La vignetta, tratta dal libro Bankarate, sottolinea, se non ce ne fosse bisogno, della differenza sostanziale tra la Gbinvesting e gran parte degli altri attori sul mercato che non reputo neanche miei concorrenti.
Il motivo è che noi diciamo SEMPRE ciò che pensiamo e che soprattutto ci mettiamo i nostri soldi facendo vedere prima di tutto quello che facciamo.
La credibilità conquistata nei decenni (la longevità è un PLUS che pochi possono vantare) non la si può scalfire, l’operazione su Saipem (eclatante per l’importo della performance) è stata seguita da altre operazioni simili (Bmps e Credit Suisse), e tutto questo è avvenuto senza il clamore dei riflettori.
Molti non appena fanno un’operazione in utile la decantano sui social per cercare di coinvolgere nuovi clienti illudendo che sia facile guadagnare e replicare quell’unica operazione fortunata che gli è capitato di fare, ma si guardano bene dal fare autocritica o esporre i propri cadaveri nell’armadio.
Io continuo invece imperterrito sulla mia strada, Saipem oramai è passata, non ho cercato di sfruttarla per fare nuovi abbonati, mi basta il loro semplice passaparola; ora c’è Credit Suisse e i miei abbonati sanno dove si fanno i soldi veri e quando leggo i commenti sulle mie sponsorizzate del libro sugli aumenti di capitale sorrido a vedere che c’è ancora chi scrive “Roba da super esperti. I comuni mortali ci lasciano le penne”: se da una parte è verissimo quello che dice, dall’altra, se sai che i superesperti ci fanno i soldi veri perché non fai un piccolo sforzo e fai in modo di poter fare le stesse operazioni?
Questa è la dimostrazione evidente che i più amano la pappa pronta e non sono disposti a studiare neanche se all’orizzonte c’è l’obiettivo dell’operazione che ti può cambiare la vita.
Adesso è tempo di resoconti, soprattutto sui certificati, e ognuno adotta la sua contabilità quando dovrebbe essercene solo una: il MTM (Mark to Market).
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Venerdi 2 Dicembre ore 14.00
Purtroppo risulta difficile un confronto onesto in quanto non tutti giocano a carte scoperte e mettono in mostra il portafoglio.
L’anno scorso avevo preso come punto di riferimento il “Certificato dei certificati” e non nego che è dà allora che ne vorrei fare uno simile ma alle mie condizioni (non vedo perché dovrei pagare 50€ per ogni negoziazione) anche perché sarebbe un ottimo biglietto da visita: aldilà della gestione che sarebbe totalmente diversa, oggi non comprerei mai un prodotto al cui interno metà dei certificati sono scoppiati o vicini alle barriere, io ho una gestione molto più attiva e non mi tengo certo dei cadaveri in portafoglio.
Purtroppo tutti (ed è il più grande problema del mondo dei certificati) non sanno vendere in perdita ed è normale sentirsi rispondere “non mi resta che attendere e sperare in una ripresa del titolo, altre azioni da fare non ne vedo”
Se Enel, dai 4€ cui era arrivata, avesse perso 1€ ancora, anziché recuperarlo, ci sarebbero stati tanti di quei cadaveri in giro e molte meno persone arroganti e ignoranti a scrivere su Facebook come fossero dei fenomeni.
Adesso sono lì a godere delle loro autocall, ma avere il 50% del proprio portafoglio con Enel come sottostante non è certo stato un lavoro da professionisti e non ho visto in alcun post una sana autocritica per aver messo i propri abbonati di fronte a questi rischi: alla faccia del portafoglio prudente.
Infine vogliamo parlare del numero di certificati da tenere in portafoglio?
È allucinante vedere portafogli con 50-60 certificati diversi, soprattutto se sono portafogli legati a segnali di un professionista: ma pensate che la gente ha soldi infiniti? O semplicemente tenete tutti i cadaveri perché non volete dare dolore ai vostri seguaci lasciandoli sperare che possano rivedere la luce? Leggere dei pipponi infiniti in cui si fanno simulazioni mirabolanti di quello che potrà rendere il portafoglio se il mercato sta fermo o se sale del 10% è solo fomentare i propri lettori per illuderli della speranza di recupero.
So anch’io che se prendo prodotti sopra barriera, magari a sconto sul nominale, trovo anche rendimenti del 25-30% annuo e mi basta solo che restino fermi i prezzi: questo è il bello dei certificati, ma la realtà nella gestione dello strumento, è poi tutta un’altra cosa.
Perché non facciamo allora una simulazione anche con il mercato sceso di un 10% o peggio ancora di un 20%?: il portafoglio resiliente è quello che regge l’impatto di un -10/-20% del mercato, non certo un portafoglio che viene disintegrato qualora dovesse succedere una cosa del genere.
Non mi sembra che il mercato sia TORO, e fare i conti solo con situazioni a noi favorevoli mi sembra prendere per i fondelli i propri clienti: coi se e coi ma non si va da nessuna parte.
Quando parlo del piano B tutti dicono di averlo, ma poi in realtà non è così, perché il loro piano B è sostituire il prodotto a scadenza qualora vada male: il piano più idiota che possa sentire, probabilmente figlio del dopo Covid, quando tutto è risalito facendo tornare belli dei cadaveri assoluti, così che ora la gente si illude possa di nuovo essere così.
Tornando al valore didattico che deve avere ogni mio singolo articolo cerco di dare un resoconto in poche parole del messaggio che voglio dare:
- Occorre saper vendere in perdita (e sapere quando va fatto)
- Bisogna sapere a memoria cosa si ha in portafoglio (se hai 50 certificati secondo me hai capito ben poco di come si gestisce un portafoglio) così che in un attimo sai prendere le scelte giuste (se hai imparato un metodo); se capita uno tsunami in borsa e hai 50 certificati voglio proprio vedere come li sai gestire attivamente!!
- Devi stare sempre attento a non concentrare il rischio in pochi sottostanti anche se sono titoli solidi per antonomasia
- Nelle tue scelte non devi mai farti condizionare dal prezzo di carico ma solo e unicamente dal rapporto rischio-rendimento che cambia di continuo nel senso che un certificato nato prudente può diventare aggressivo ed uno aggressivo può diventare prudente
- Valuta sempre il tuo portafoglio MTM, ideale sarebbe come facciamo noi avere un conto dedicato (noi usiamo Directa Sim) così che nel conto ci vanno dentro le cedole e tutti gli altri costi ed il risultato finale è assolutamente VERITIERO e comprensivo di tutti i costi.
Nel mio prossimo webinar parlerò di queste cose e di come ho creato un portafoglio equilibrato che non ha bisogno di attaccarsi alla speranza che la borsa salga o scenda; col senno di poi tutti sono bravi, se non avessi shortato Eni o Bper per coprire due certificati in scadenza e avessi evitato un paio di reverse avrei almeno 6 punti in più, ma il recupero dell’equity è stato costante e l’unico errore (che in realtà è un semplice rammarico) che penso di aver fatto quest’anno è di non aver comprato il turbo short su Saipem nel servizio certificati: ora con Credit Suisse ho fatto una bella operazione (il gain di oltre il 25% sul certificato vale già quasi 3 punti in più su tutto il portafoglio e deve ancora partire l’aumento di capitale) e l’ho fatta chiudendo un ottimo certificato che sarebbe andato probabilmente a rimborso a dicembre, perché occorre sempre saper scegliere l’operazione migliore e se qualcuno mi dice che non ha fatto l’operazione perché non aveva liquidità in quel momento posso solo dargli del koglione e che è meglio se lascia perdere di investire, sarà e rimarrà sempre un perdente.
Se poi chiuderò l’anno col botto non lo so, ma posso già sapere che la concorrenza dirà che ho usato armi improprie per fare performance, armi a loro sconosciute semplicemente perché sono ignoranti.
Chi mi legge e segue non potrà mai dire che non ho cercato di fare il mio meglio, non ho paura a fare autocritica quando sbaglio, non mi lascio certo paralizzare da un movimento avverso del mercato e quando trovo la perla faccio la differenza.
Un servizio professionale non può costare 200€ all’anno o addirittura essere gratuito, per avere un semplice buy & old basta leggerci, vedere i nostri webinar gratuiti o seguire i nostri social e fare le giuste domande, non abbiamo mai negato risposta a nessuno, e men che meno chiesto soldi in cambio di una risposta.
Colgo l’occasione per segnalare due nuove emissioni di Citigroup che quotano a sconto sul nominale nonostante i titoli siano tutti sopra strike e due certificati più vecchi che ho in portafoglio e che mi piacciono molto.
XS2474839003 Certificato emesso da Citigroup con scadenza 02/12/2025
Ha la clausola softcallable che di fatto potrebbe non farlo rimborsare anche con tutti i titoli sopra strike, ma in questo caso da parte mia questo non genera perplessità sullo stato di salute della società (in altri casi, con altri Emittenti, il proliferare di questa clausola potrebbe far pensare male tanto da pensare a una situazione di carenza di liquidità da parte dell’Emittente) in quanto Citigroup non ha certo problemi a rimborsare un milione o due di euro di un certificato.
Questo certificato mi ricorda tanto il vecchio DE000HR9FZT8 emesso da Unicredit ad agosto 2021 e andato in autocall proprio pochi giorni fa; per i possessori del certificato penso sia stato meglio averne ricevuto il rimborso in quanto oggi si investe a rendimenti superiori e questo certificato paga un 14% annuo (il 15% se consideriamo il prezzo a sconto) presenta un titolo in meno (Pirelli al posto di Eni e Prysmian), e una durata inferiore.
XS2474834897 Certificato emesso da Citigroup con scadenza 30/11/2027
Questo certificato ricorda molto il certificato fortunatissimo emesso da Citigroup proprio su questi tre sottostanti XS2407721245 oramai destinato ad andare a rimborso a metà marzo; le condizioni di allora sono irripetibili (21% annuo con airbag e barriere al 60%) ma questo può essere una valida alternativa pagando comunque un 15% annuo (quasi il 16% considerato lo sconto sul prezzo di acquisto) con le barriere molto profonde al 50% dello strike.
Anche in questo caso abbiamo il trigger autocall che parte dal 95% e scende del 5% all’anno.
DE000VV61P98 Certificato emesso da Vontobel, con scadenza 26/03/2024
Si trova nella situazione che prediligo, due titoli ampiamente sopra strike e uno leggermente sotto, lunedì 28 novembre rileva la cedola del 2.38% per cui anche se lo si paga 102 di fatto lo si paga sotto al nominale e si può puntare all’autocall a dicembre (facendo il 2,7% in un mese); il bello di questo certificato è che non si sa se tifare per il rialzo o il ribasso di Airbnb, perché il rendimento è decisamente generoso, la scadenza è comunque breve e le barriere sono al 50% (su due dei tre titoli è come se avesse barriere ancora più basse).
IT0006753419 Certificato reverse emesso da Smart Etn, con scadenza 15/11/2023
Oggi penso che anche un 30% del portafoglio possa essere costituito da certificati reverse, in questo caso Credit Suisse è in caduta libera essendo sotto aumento di capitale, Tesla sta soffrendo non poco il calo delle aspettative di vendita e solo Deutsche Bank è salita (ma oramai il settore bancario ha bisogno di una pausa e Deutsche Bank non è certo la miglior banca d’Europa) e Apple (ma penso che ben presto pagherà il calo nelle vendite dei cellulari.
Il rendimento è altissimo e già prossima settimana verrà pagata la prima cedola del 2.70% mensile, per cui anche se lo si paga appena sopra la pari è decisamente interessante.
Ti aspetto al prossimo WEBINAR GB CERTIFICATI – di venerdi 2 dicembre alle ore 14,00 e vediamo se nel frattempo il mercato sarà uscito da questa fase di stallo dando qualche indicazione in più sul suo andamento futuro.
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Venerdi 2 Dicembre ore 14.00
Un caro saluto
Giovanni Borsi & il Team GB Investing