23 Aprile 2023 Certificati

Se c’è una cosa che mi identifica nel panorama dei traders e/o formatori italiani è la facilità con cui oso sui mercati, non sono certo uno che ha bisogno di ripetuti confronti o supporti esterni per prendere una decisione di investimento, anche nel caso questa sia dolorosa come quando si decide di vendere in perdita un prodotto, di fatto ammettendo a sé stessi e ai propri lettori di avere commesso un errore al momento dell’acquisto.

In realtà l’errore sussiste solo quando da una più attenta valutazione già al momento dell’acquisto se ne potevano percepire i rischi, perché nella maggior parte dei casi, soprattutto parlando di certificati di investimento, la scelta ricade sempre, almeno per noi di GbInvesting su uno dei prodotti migliori del momento (come struttura paragonata ad altri prodotti simili) ma non si può avere la sfera di cristallo e poter prevedere il futuro andamento dei sottostanti un certificato.

Quando lo scorso anno pubblicai questo articolo Il miglior certificato dell’anno scatenerà’ una sana concorrenza mi esposi a ragion veduta, in quanto il confronto era talmente evidente che nessuno poteva ribattere sull’argomento.

Oggi quel certificato è stato rimborsato (sarebbe potuto anche andar male se succedeva a Societé Generale quello che è successo a Credit Suisse, ma al momento dell’acquisto era obiettivamente il meglio che offriva il mercato) e possiamo tutti affermare che nel 2022 non ci sono stati certificati migliori di questo (21% annuo con airbag e prezzo che si è sempre mantenuto sopra a 1000 per tutti i 12 mesi), della serie che chi ben comincia è a metà dell’opera.

Probabilmente il miglior certificato del 2023 è già stato emesso ed è il IT0006754300 che è sia nel mio portafoglio del servizio in abbonamento, sia nel portafoglio modello della chat free su telegram, CLICCA QUI per iscriverti gratuitamente

in gennaio quando lo scoprii scrissi di questo certificato:  questa struttura è una delle migliori degli ultimi tempi per durata (18 mesi), barriere (50%)  e rendimento (24% annuo), con una struttura autocall decrescente mai vista, addirittura del 5% al mese, per cui penso che lo inserirò in portafoglio già domani, suo primo giorno di quotazione, incurante di quello che potranno fare i sottostanti almeno fintanto che uno dei tre titoli non abbia perso almeno un 20% da strike. Il recente aumento di capitale diluitivo (stile Saipem) ha portato ad un crollo delle quotazioni di Aston Martin del 90%, ma la presenza di soci forti come il fondo sovrano dell’Arabia Saudita ne hanno garantito il sostegno, tanto che negli ultimi mesi l’azione ha trovato un suo equilibrio. Inoltre sembra sia in atto un rastrellamento delle azioni, la cinese Geely ad inizio anno ha incrementato la propria partecipazione, e in conseguenza di ciò Yew Tree ha investito altri 60 milioni di sterline in azioni Aston Martin. Del resto già Yew Tree e Stroll hanno rifiutato un’offerta da 1,3 miliardi di sterline fatta dalla società italiana Invest Industrial, per cui ritengo che l’esserci più compratori alla finestra possa dare un buon margine di sicurezza anche in presenza di ulteriori trimestrali deboli.

Peccato che oggi lo si debba pagare 1035 circa sacrificando quasi due cedole, per cui per il momento mi tengo stretti quelli che ho comprato a gennaio e che mi hanno permesso già di incassare 3 cedole del 2%.

Oggi potrei dire cose simili su questo certificato IT0006756131 che ha Tui come worst of (è appena finito l’aumento di capitale che ne ha fatto perdere quasi il 70% delle quotazioni) e che dovrebbe tenerlo in vita per qualche mese (anche in questo caso l’autocall scende velocemente ma di “solo” il 2% al mese da giugno 2023) ; si potrebbe anche pensare di pagarlo 1010-1020 visto che non dovrebbe rimborsare subito alla prima data di autocall ed offrirebbe un ottimo 20% annuo.

Se ragioniamo sulla capitalizzazione di TUI (3.2 miliardi) e non sul prezzo,  sembra poco plausibile che Tui possa arrivare a capitalizzare 1.8 miliardi (capitalizzazione corrispondente al prezzo barriera del certificato) con quasi 20 miliardi di fatturato ed il ritorno all’utile nel 2023; tutto è chiaramente possibile (esempio: ritorno della pandemia) perché non ho certo la sfera di cristallo, ma una società con questo fatturato, assolutamente contendibile, e con buone previsioni di utili nei prossimi esercizi, potrebbe diventare oggetto di interesse per tanti fondi carichi di liquidità da investire.

Per chi invece ragiona “cavallo vincente non si cambia” segnalo questo ottimo certificato IT0006755893 che ha gli stessi titoli di quello rimborsato con l’aggiunta di Bper che ha tutti e 4 i sottostanti sopra strike e barriere sul capitale poste al 40%, costa meno di 1000 e paga il 13,50% annuo.

Ci sarebbe anche il  “famoso” XS2544209724 con barriere al 35% che penso oramai abbiano quasi tutti (ha scambiato in 3 mesi quasi 30 milioni di euro, superando come volumi anche quello che hanno appena rimborsato e che aveva scambiato “solo” 20 milioni, ma solo perché era stato messo in bid only dall’Emittente).

Negli ultimi 2 mesi, complice la crisi di Credit Suisse, il mercato dei certificati si è un po’ calmato, molti risparmiatori hanno paura ad investire e tengono ferme le loro posizioni sperando di vederci più chiaro.

Se ritieni sia meglio aspettare ad investire in prodotti a scadenze lunghe (come quelli sui bancari che ti ho menzionato) il mio suggerimento è parcheggiare la somma su un certificato come questo sugli indici IT0006753773 (comprato a 1007 garantisce un 1,5% in un mese e mezzo, con probabile rimborso a giugno)

che se non dovesse rimborsare vorrebbe dire che uno dei 3 indici da cui è composto il paniere ha perso oltre il 10% (con conseguenze ben peggiori sui prodotti a lunga durata) oppure sposare la mia idea su Tui che, anche se i mercati dovessero scendere, potrebbe performare molto meglio del mercato, così come ha fatto Aston Martin nel certificato sulle auto di lusso da gennaio ad oggi.

Il certificato IT0006756131 potrebbe dunque beneficiare non solo dell’andamento di Tui ma anche del probabile abbassamento di volatilità (volata sopra ai 50 punti a seguito dell’aumento di capitale appena concluso): vi dico solo che oggi emettere un certificato su Tui (più altri due titoli con volatilità di circa 35) con barriera 55% e trigger cedola al 60% non si arriva a prendere l’1% mensile, per cui il 20% annuo è tantissimo considerando la barriera al 50%, non a caso il prezzo, nonostante Tui sia scesa del 20% si è mantenuto vicino al nominale (980 lettera).

In ogni caso vi aspetto per fare queste riflessioni e altro ancora al mio prossimo webinar del 27 aprile alle ore 14.

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Giovedì 27 Aprile ore 14.00

Giovanni Borsi