Ho inserito questa vignetta perché spesso si compra un certificato in base al prezzo (sopra al nominale quasi mai, tanto per fare l’esempio più banale) e non in base alla sostanza, ossia tutte le variabili che portano a determinare il corretto rapporto rischio-rendimento di un certificato, di cui non bisogna mai dimenticare che è una struttura complessa solitamente su un sottostante azionario.
Premesso ciò oggi, con il Vix risalito come da previsioni, ci si potrebbe porre la domanda: è il caso di tornare sulle scadenze più lunghe?
Dopo tre mesi in cui ho caldeggiato e sostenuto che solo le scadenze brevi potessero difenderci da un eventuale aumento di volatilità oggi posso dire di aver avuto ragione, c’è voluto un po’ di tempo, visto che in agosto anche dopo le prime turbolenze dei mercati l’indice Vix non aveva dato cenni di risalita come se il mercato se ne fregasse altamente dei rischi che aleggiavano da più parti (possibile recessione, ulteriori aumenti dei tassi, rischi geopolitici lungi dall’essere risolti).
Oggi a posteriori e con dati alla mano posso trarre un po’ di conclusioni:
Le scadenze brevi hanno fatto il loro dovere: i certificati di Marex a un anno con trigger autocall decrescente del 5% al mese codici Isin IT0006758608,
sono fantastici ed il tempo corre veloce a tutto loro vantaggio in quanto più si avvicinano alla prima data autocall e più difficilmente possono scendere troppo sotto al nominale, hanno dimostrato una resilienza nel prezzo che non si è vista nelle scadenze più lunghe se non per quei prodotti particolarmente sopra strike, barriere profonde e rendimento su base annua del 13,5% (vedasi cod. Isin IT0006755893)
I softcallable non sono ancora stati capiti dal mercato: sono stati emessi per fare funding (non a caso Leonteq ne ha emessi una cifra, ben 198 in soli 12 mesi, ci sarebbe da chiedersi come mai) sfruttando il rialzo dei tassi che c’è stato ed è questo il motivo per cui non rimborsano prodotti anche a +50% da strike, per cui, se devo dare i soldi all’Emittente sino a scadenza questo mi deve garantire rendimenti molto più elevati di un analogo prodotto con normale autocall: che senso ha prendere un certificato come il codice Isin XS2463717764 emesso da Barclays (con barriere 60%) che viaggia ancora in area 99, ma che ha il worst of a -16% quando puoi prendere un certificato solo su Intesa codice Isin CH1216483375 con Intesa sopra strike di oltre il 40% che renderà un po’ meno ma ha una resilienza sul prezzo che non ha uguali sul mercato? Su questi prodotti, soprattutto se l’Emittente è Barclays che ogni tanto fa scherzetti sullo spread o abbassa notevolmente il bid quando porta i prodotti in bid only, il rischio è di trovarsi incastrato su un prodotto che poi non vuole più nessuno
Sulle scadenze più lunghe non esistono certificati tranquilli, perché in 4-5 anni può succedere di tutto, per cui a luglio avrei dovuto avere il coraggio di liquidarli tutti (quelli del portafoglio modello), avrei dovuto far prevalere le mie sicurezze legate alla matematica e alla conoscenza del rapporto rischio-rendimento, ma, sapendo che si sarebbe scatenato un vespaio (se il servizio nasce per essere un buy and hold non si può vendere quasi la metà del portafoglio solo per una percezione di rischio, tipica del trader esperto) ; ho dunque evitato di venderli tutti (ed oggi 2 di questi sono quelli più in sofferenza nel portafoglio modello nonostante siano appartenenti a due dei settori meno volatili del mercato, lusso e alimentare, ma proprio per questo con rendimenti tra i più bassi del mercato).
Sarebbe comunque stata la mossa giusta, quando la volatilità è così bassa si riescono a vendere certificati a 970-980 anche con il worst of già a -20%, perché dunque prendersi dei rischi? Solo perché si venderebbe con una leggera perdita? Anzi a dire il vero non si sarebbero venduti in perdita se nel calcolo avessimo considerato tutte le cedole.
Diverso è lo scenario odierno, ossia con il Vix tornato in area 20, si potrebbe ritornare ad inserire qualche buon certificato con scadenze più lunghe, soprattutto se il rendimento è abbastanza elevato.
Probabilmente il giusto mix oggi è fatto di scadenze lunghe e buoni rendimenti e scadenze brevi che ci garantiscono flussi di rimborso quasi certi così da poter reinvestire senza svendere nulla.
Rispetto a un fixed o un airbag che rende il 10-12% all’anno preferisco di gran lunga un certificato a scadenza inferiore ai 12 mesi (che rende uguale e abbiamo visto essere resiliente tanto come un airbag).
Vediamo tre certificati di recente emissione abbastanza simili come sottostanti ma differenti come scadenza e barriere:
Codice Isin: IT0006759556 emesso da Smart Etn con scadenza 4 anni e rendimento del 12% annuo con barriere al 40%
Codice Isin: IT0006759606 emesso da Smart Etn con scadenza 5 anni e rendimento del 18% annuo con trigger cedola al 60% e barriera al 50%
Codice Isin: IT0006759630 emesso da Smart Etn con scadenza 1 anno e rendimento dell’11,50% annuo con barriere al 60%
Essendo dello stesso Emittente e su titoli con volatilità abbastanza simile tra loro possiamo ragionarci su e personalmente ritengo il primo ben prezzato, di sicuro un 12% con barriere al 40% può soddisfare i sostenitori del buy and hold.
Il secondo è più aggressivo e dal rendimento molto interessante, non a caso è bastata una giornata di rialzo o di calma piatta per farlo schizzare su di prezzo.
Il terzo fa strike stasera e viste le turbolenze dei mercati è quello che mi lascia più tranquillo, ma il rendimento del secondo è fantastico considerato che ha la barriera a scadenza al 50%
Se mercato si dovesse stabilizzare e il Vix calare il migliore è senza dubbio quello all’1,5% mese, se mercato dovesse indebolirsi lentamente mantenendo il VIX a questi valori il più breve è sicuramente il migliore, se invece dovessimo assistere ad un affondo più profondo quello con barriera inferiore dovrebbe inizialmente tenere meglio il prezzo.
Per cui come vedete a seconda dello scenario di mercato non è facile battezzare quale sia il migliore, l’importante è che tutti e tre reggono molto bene il confronto con prodotti analoghi presenti sul mercato, poi sta all’investitore scegliere consapevolmente quello che più gli si addice anche in base alle sue aspettative di mercato.
Io non ho la sfera di cristallo, esprimo le mie idee e mi espongo senza problemi (come è stato con i 3 reverse inseriti in portafoglio, scelti tutti con logica e analisi dei titoli facenti parte il paniere), magari potessi prenderci sempre!! L’importante è dare delle indicazioni che ci rendano sempre più consapevoli delle nostre scelte di investimento e spiegare dove si annidano le occasioni (il 300 con Porsche, sempre più certificato dell’anno, anche oggi fallisce l’autocall e pagherà un altro 2%, forse questo da luglio è il miglior certificato ribassista pur non essendo un reverse !!!)
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Giovanni Borsi