19 Novembre 2023 Certificati

Con la descrizione dei vari personaggi sin qui presentati e descritti, ognuno con le sue abilità e tecniche utilizzate, mercati e strumenti finanziari più o meno congeniali, limiti caratteriali e difetti comportamentali, l’intento era di affrontare in modo alternativo, leggero e con un pizzico di humor, un argomento di grande attualità che è l’educazione finanziaria.

La maggior parte delle persone tende a sottovalutare il rischio, o a non esaminarlo affatto, così da ritrovarsi puntualmente impreparato quando si verifica un evento inatteso, senza aver dunque previsto un corretto “piano di fuga”.

A quel punto le decisioni vengono assunte sulla scia emotiva, senza serenità e senza la necessaria lucidità: l’ansia e la paura predominano sulla razionalità ed è inevitabile che la normale conseguenza di tutto questo sia un portafoglio in rosso.

Ma altresì è vero anche il contrario, ossia ci sono persone che, pur avendo una buona conoscenza della finanza, vedono il pericolo in ogni cosa, per cui tendono ad investire in strumenti sulla base della sicurezza “percepita”, come potrebbe essere quella fornita da un bel certificato a capitale garantito, cadendo nelle trappole predisposte dagli Emittenti.

Quando manca l’educazione finanziaria, i rischi per i singoli individui o per l’intero sistema sono molti alti e possono mettere in serio rischio, in primis, la situazione patrimoniale della propria famiglia ma anche della collettività nel suo insieme, che è chiamata a risolvere o meglio a pagare  errori commessi da privati,  cosi come è avvenuto recentemente nei casi delle banche popolari venete, delle Casse di Risparmio di Ferrara e Chieti, di Banca Etruria , Banca Carige, di Alitalia, Parmalat e Monte Paschi di Siena, la banca più antica al mondo, per la quale si sono recentemente sborsati  altri 2,5 miliardi per l’ennesima ricapitalizzazione.

Questo senza tener conto delle situazioni dolose e nelle quali i risparmiatori sono stati completamente raggirati se non addirittura truffati.

Una cosa è conoscere lo strumento che si va ad acquistare per l’investimento, tutt’altra questione quando chi dovrebbe consigliarti nel tuo interesse pensa egoisticamente ed esclusivamente al suo, rifilando prodotti inadeguati solo per soddisfare le esigenze di budget imposte dall’alto.

Per evitare che si ripetano errori macroscopici è necessario acquisire dimestichezza con elementi finanziari di base che riguardano la propria situazione patrimoniale quali: l’inflazione, la differenza tra azione e obbligazione, i tassi di interesse, la differenza tra tasso di interesse semplice e tasso di interesse composto, il rapporto costi-benefici etc etc.

Lo studio rappresenta la strada maestra da percorrere per migliorare e aspirare ad una indipendenza finanziaria che permetta di curare i propri risparmi e riuscire a scegliere i prodotti migliori per i propri investimenti, arrivando a prendere decisioni consapevoli e non più subirle in maniera passiva o peggio ancora, fidandosi del sentito dire o affidandosi alle figure sbagliate.

In Italia purtroppo l’educazione finanziaria non è tra le priorità delle famiglie, negli ultimi tempi si è cercato di aumentare la sensibilità sull’argomento per aumentare sia la promozione che la diffusione della cultura finanziaria, attraverso eventi, manifestazioni, trasmissioni che ne pubblicizzassero la divulgazione.

La domanda che dovrebbe porsi un normale individuo è: perché non informarsi su una questione vitale quali i propri risparmi, frutto di anni di sacrifici, delegandoli a terze persone e non invece approfondire attraverso lo studio tale materia?

Perché mai una persona dovrebbe firmare decine di documenti se non ne ha compreso minimamente il contenuto?

Perché mai per acquistare un cellulare, un elettrodomestico, un’auto, si diventa profondi conoscitori del prodotto e dell’intero settore, con il solo intento di ottenere un piccolo sconto sul prezzo e poi ci si comporta in maniera tanto svogliata e superficiale quando si parla di investimenti che riguardano il proprio capitale, e di conseguenza il nostro futuro e quello della nostra famiglia?

Già il solo fatto di porsi queste semplici domande eleva il risparmiatore ad un livello più alto, indicando chiaramente la volontà di quest’ultimo di comprendere e capire determinati meccanismi che influenzano e possono intaccare le abitudini di vita della propria famiglia.

È ovvio che per alcuni strumenti più complessi, quali opzioni, valute, futures, certificati di investimento si può delegare un professionista, ma se non abbiamo alcuna conoscenza e nemmeno gli elementi di base necessari per arrivare ad una decisione ponderata e scegliere quello giusto e competente si rischia la solita fregatura.

Uomo avvisato…

Biagio Spinelli

 

Prendo qualche spunto per fare capire meglio messaggi che girano in rete.

Prima si parlava di differenza tra interesse semplice e interesse composto, proprio ieri ho visto la pubblicità di una recente emissione obbligazionaria di Unicredit che rende il 6,5% all’anno con durata massima di 13 anni: il risparmiatore medio si ferma qua ed il suo cervello prende il 6,5% come dato su cui prendere la decisione.

Peccato che l’obbligazione sia rimborsabile solo a discrezione dell’Emittente (quindi solo se converrà ad Unicredit) e che il tasso del 6,5% venga pagato solo al momento dell’estinzione dell’obbligazione, per cui se mi verrà rimborsata dopo 13 anni (ossia alla sua naturale scadenza)  il rendimento effettivo del mio investimento sarà inferiore al 5% annuo, in quanto se io prendo una qualsiasi obbligazione al 5% pagato annualmente e reinvesto le cedole alla fine dei 13 anni ho molto di più del 6,5% che mi dice la pubblicità delle obbligazioni Unicredit al 6,5%.

Come si capisce da questo semplice esempio le banche manipolano l’informazione (ci tengo a sottolineare che non dicono falsità) perché sanno benissimo come ragiona la stragrande maggioranza dei risparmiatori che di sicuro non hanno dimestichezza con la matematica.

Un altro esempio eclatante è quando si propone un maxicoupon con la prima cedola eccezionale e poi il nulla o le briciole e una scadenza lunga: spesso il risparmiatore guarda al rendimento immediato o alla soddisfazione di un’esigenza immediata (le minusvalenze in scadenza a breve del suo zainetto fiscale) e non guarda al rendimento del certificato nella sua interezza.

Ricordiamo sempre che il rendimento si calcola sul prezzo post stacco maxicoupon, perché quello è il rendimento del prodotto, se lo tengo dopo lo stacco.

Ad esempio il CH1290290654 che ha staccato un 18% e oggi vale 804-819 (lo spread ora è del 2% o di 15 punti per cui è stato allargato) esprime un rendimento (fonte Cedlab) del 8.94% a 4 anni che è veramente una miseria e l’autocall è stata messa dopo 18 cedole per cui difficile anche sperare nell’autocall.

Se guardiamo al CH1290284293 che ha staccato un 25% e oggi vale 668-689 (spread del 3% o di 20 punti) beh ogni commento è superfluo, se lo avessi comprato e lo rivendessi subito incasserei una perdita di 332 punti da cui detrarre i 250 punti del maxicoupon, ben 82 punti, se lo tengo a scadenza oggi Cedlab mi dice che renderebbe 11.61% annuo, ma io avendolo comprato a 750 (1000-250 di maxicedola) avrò molto meno e questo conto me lo dovevo fare prima di comprarlo, probabilmente mi sarebbe passata la voglia.

Se prendiamo il XS2623597437 che deve ancora staccare un 20% di maxicoupon e ha una scadenza di poco meno di 3 anni il Cedlab mi dice che ha un rendimento a scadenza del 10.62% annuo, ma non è corretto perché tra meno di un mese il rendimento me lo calcolerà non più su 986 ma su 786 e la cosa fa cambiare di molto il rendimento, una cosa è 300 punti su 986 e ben diverso sono 300 punti su 786 investiti, la differenza è di quasi 3 punti percentuali e porterebbe il rendimento a scadenza ad oltre il 13%.

Anche quest’altro di Citigroup XS2623598161 ha un 20% di maxicoupon e una struttura classica, i titoli sono tutti saliti da strike, il rendimento fonte Cedlab è del 9.13% annuo, ma se lo calcoliamo sul prezzo post stacco del maxicoupon si supera l’11.5%.

Ma per ottenere questo rendimento aggiuntivo i due di Citigroup hanno alzato il trigger cedola, d’accordo che le cedole, anche se si dovessero perdere, sono poca cosa, ma questa è la dimostrazione palese che gira e rigira questi sono i rendimenti massimi che si possono trovare sui maxicoupon attuali.

Ma più sono lunghi e più commissioni implicite contengono nella fase di emissione, per cui la genialità di avere un maxicoupon del 30% ma un normale phoenix a un anno permette al risparmiatore di prendere due piccioni con una fava: risolvere il problema delle minusvalenze in scadenza e al contempo evitare di ingessare il portafoglio per anni o perdere tanto (a volte anche più del risparmio fiscale di aver posticipato le minusvalenze di altri 4 anni) nell’immediata rivendita del certificato.

A fianco del IT0006760166 che oramai è prossimo a staccare la cedolona, oggi abbiamo un altro prodotto simile, il IT0006760687 che esprime anche un rendimento leggermente superiore negli 11 mesi successivi.

Queste le caratteristiche dei due prodotti:

il certificato di Smart Etn codice Isin IT0006760166   è un normalissimo phoenix che scade tra un anno e rende il 10,80% annuo, per cui non c’è da sperare che vada in autocall, basta semplicemente incassare le cedole mensili ed attendere la sua scadenza (o l’autocall attiva già dopo 6 mesi); la barriera al 60% con un solo anno di vita è decisamente meglio di una barriera al 60% (per non parlare di quelli che hanno barriera più alta) con scadenza a 4 o 5 anni; vi ricordo che le probabilità di infrangere una barriera al 60% dopo un solo anno equivalgono alle probabilità a 2 anni con barriera al 50% o a 4 e 5 anni con una barriera al 40%.

Ma ragioniamo sulle caratteristiche di questo prodotto, sul perché l’idea è semplicemente geniale: il prezzo nominale del certificato è 1000 ma il prezzo di emissione è 1300 per cui il maxicoupon non potrà mai essere un guadagno, ma semplicemente sarà una partita di giro che permetterà di spostare in avanti di 4 anni le minus in scadenza.

Il fatto poi che il certificato renda uno 0,9% mensile (10,80% annuo) fa sì che difficilmente il certificato potrà fare come tutti gli altri (ossia perdere molto di più di quanto staccato) perché avendo una scadenza così breve tutto lo sconto che potrà avere su 1000 alzerà il rendimento annuo del prodotto, che già al 10,80% non è male.

Probabilmente (se i prezzi dei sottostanti saranno poco mossi rispetto agli strike) il prezzo dopo lo stacco sarà 990-1000 circa ed il rendimento per chi lo compra dopo lo stacco dei 300 punti sarà intorno al 11-12% annuo per cui sarà un ottimo certificato sia prima che dopo aver pagato il maxicoupon di 300 punti, che ripeto ancora una volta, è di fatto una partita di giro.

Chi è interessato a spostare in avanti delle minusvalenze potrà comprarlo ora, chi come me invece predilige in questa fase certificati a scadenza breve e buon rendimento, potrà aspettare lo stacco e comprare con un pò di sconto sul prezzo nominale, per cui sarà più facile, anche per chi vuole vendere subito dopo lo stacco dei 300 punti, trovare una contropartita a prezzi più alti del bid del Market Maker, e per chi lo vuole comprare dopo trovare prezzi un pò più bassi dell’ask del Market Maker.

 

Un’idea geniale che rovinerà la festa a molti Emittenti e finalmente mi farà apprezzare anche a me questo tipo di strutture.

Ora è pure uscito il suo gemello il certificato di Smart Etn codice Isin IT0006760687

In questo modo si perde di sicuro l’appeal dell’extra rendimento in caso di autocall, ma per questo basta andare sul mercato e trovare vecchi prodotti che potrebbero centrare l’autocall a breve, non lo si fa di sicuro in situazione di mercato incerto comprando prodotti stracarichi di commissioni e con rendimenti a scadenza decisamente più bassi dei normalissimi phoenix con analoghe scadenze.

 

Vi aspetto al prossimo webinar di giovedì 30 novembre alle ore 14 per trattare insieme i seguenti contenuti maggiormente nel dettaglio. Ricordo che i prossimi webinar saranno in diretta streaming sul nostro canale YouTube: ti invito a iscriverti al canale così che tu possa rimanere aggiornato sulle nuove pubblicazioni.

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giovedì 30 novembre ore 14.00

 

Giovanni Borsi