Lo scorso giugno si è svolto un campionato di trading online con denaro VIRTUALE che ci ha visti partecipare in circa un migliaio di utenti.
A mio avviso è stato interessante principalmente per le dinamiche psicologiche che sono emerse giorno dopo giorno, soprattutto verso la fine, e da cui si possono trarre insegnamenti preziosi di cui fare tesoro anche e soprattutto nel trading REALE, che è tutto un altro sport.
Questo campionato è durato solo dal 12 al 30 giugno e si poteva partecipare sia a squadre, sia individualmente; a ciascun partecipante veniva attribuito un capitale iniziale virtuale di 100.000€ e si doveva tradare su una serie di strumenti, di cui molti a leva, come covered warrants, certificati turbo long e turbo short.
Per ogni operazione non si poteva investire più di 10.000€ ed i primi 3 classificati di ognuna delle 3 categorie hanno vinto premi reali di tutto rispetto, tra cui un orologio di lusso, una tv 60 pollici, viaggi, bici elettriche o set di valigie.
Il regolamento prevedeva regole per eventuali squalifiche (che si sono regolarmente verificate, visto che qualche furbone ha tentato più iscrizioni con più mail per avere più possibilità di vittoria) e concedeva l’iscrizione anche fino al giorno prima della scadenza, aspetto che per alcuni poteva essere interessante a livello strategico, così da poter eventualmente tentare il “tutto e per tutto” col capitale intatto – mentre la stragrande maggioranza degli altri utenti nel frattempo si era già irrimediabilmente fulminata le cartucce.
Io e Giovanni abbiamo partecipato e, essendo le operazioni virtuali, per 3 settimane anche noi abbiamo davvero “giocato in borsa”!
Salvo eventuali rettifiche che verranno verificate e comunicate nel mese di luglio, nessuno di noi due ha vinto nulla! Per un pelo…
Ma continua a leggere perché gli spunti di riflessione sul comportamento umano sono tanti!
Prima di tutto 3 settimane non sono NIENTE per valutare la bravura o meno di un trader, perché in un lasso di tempo così risicato la fortuna e la sfortuna possono avere un peso rilevante, se non determinante, effetto che invece nel medio-lungo termine svanisce.
L’aspetto più importante di tutti è che si trattava di SOLDI FINTI – anche se i premi erano veri – e quindi NESSUNO RISCHIAVA NULLA: se andava male, niente, se andava bene, arrivava un pacchetto a casa!
Queste premesse per i nostri processi decisionali inconsci sono oro colato, ci mettono in una condizione di serenità tale per cui possiamo permetterci di essere superficiali e aggressivi, comprare e vendere senza i dubbi e le paure tipiche del trading vero, e non dobbiamo neanche pagare le commissioni di negoziazione.
Le classifiche erano 3: quella relativa alle squadre, che non ci ha interessati in prima persona, quella individuale, cioè la miglior performance relativa a tutta la durata della competizione e indubbiamente la più complicata da conseguire perché richiedeva costanza nei risultati e non permetteva troppi passi falsi, visto che il tempo per rimediare era veramente poco, e la classifica della miglior performance giornaliera, cioè, indipendentemente dal risultato globale, venivano premiati i primi 3 traders con il risultato migliore in termini percentuali ottenuto in una sola giornata dalle 9 alle 17,30.
Questo apre molte considerazioni su come eventi esterni e del tutto aleatori ed anche fortuiti possano incidere in maniera determinante sulla classifica.
Insomma, non è tutto oro quello che luccica. Noi lo ripetiamo sempre: ogni risultato va contestualizzato e non va mai preso come verità assoluta, perché potrebbe nascondere variabili non visibili a prima vista, che in questo mondo spesso vengono veicolate appositamente per fare apparire i numeri diversi da quelli che sono realmente.
In un campionato con queste caratteristiche non è detto che venga premiata la reale abilità, ma piuttosto chi conosce bene il regolamento, il funzionamento degli strumenti ammessi alle negoziazioni, la matematica, la psicologia dell’”avversario-tipo” ed è dotato anche di una buona dose di scaltrezza.
Vediamo cosa è successo, con la doverosa premessa che se i 100.000€ fossero stati reali, mai e poi mai né io né Giovanni, e presumiamo neanche nessuno degli altri partecipanti, avremmo fatto OPERAZIONE di quella portata, spesso folli, che invece abbiamo svolto in quei giorni in cui ci siamo armati di mouse per cercare di vincere ben un monopattino!
D’altronde l’estate scorsa avevamo vinto nella stessa competizione un purificatore dell’aria e una cantinetta per i vini, quindi perché non riprovarci?
Visto che non lavoravamo in squadra, ma facevamo trading seduti accanto, per aumentare le probabilità di vittoria e senza pronunciarci su previsioni di crescita o di diminuzione dei titoli, ci eravamo accordati per “sacrificare” uno dei due account: basta che uno si posizioni al rialzo e l’altro al ribasso, uno dei due “ci prende” per forza! Noi lo abbiamo fatto nel virtuale e ve lo stiamo spiegando apposta proprio per dimostrare come non sia così difficile avere da mostrare un conto che guadagna (e nascondere l’altro in cui si perde), purtroppo c’è chi lo fa di mestiere anche nel reale e fa sembrare al pubblico di essere invincibile.
Io ero al ribasso a leva, il mercato è salito violentemente e il mio conto è crollato altrettanto violentemente.
Poco male, Giovanni era a leva long e ora si sapeva che il suo account era quello “da proteggere” per la classifica individuale e che il mio invece poteva solo auspicare a fare anche solo una buona giornata, così da poter concorrere nella categoria della miglior performance giornaliera.
Anzi, ai fini della miglior performance giornaliera, il fatto di avere un capitale ridotto diventava addirittura un vantaggio, perché dovendo investire al massimo 10.000€ per ciascun prodotto, io non potevo più permettermi di scegliere 10 strumenti, ma circa la metà e, visto che salvaguardare il capitale ormai non mi interessava più, potevo permettermi di scegliere gli strumenti più volatili che registravano le performances più violente, con l’unico obiettivo di azzeccarci anche solo per un giorno.
Infatti è proprio così che è andata: nonostante io avessi quasi dimezzato il capitale iniziale e alla fine sono arrivata tra gli ultimi, addirittura al 701’ posto nella classifica individuale con una performance globale (vergognosa) di -54,45%, per magia invece sono stata fino al penultimo giorno PRIMA nella classifica della miglior performance giornaliera con +28,48%.
Valendo solo un giorno, se avevi un capitale ridotto, potevi scegliere meno titoli e alla fine avevi meno possibilità di sbagliare, oltre a non patire nessun ostacolo interno nel selezionare gli strumenti più rischiosi (tanto erano soldi finti e la classifica generale me l’ero già giocata!).
Dal momento in cui sono stata prima in classifica e già pregustavo il primo premio della categoria, il televisore da 3.400€, non aveva più senso per me continuare “a giocare” e infatti mi sono fermata, in attesa che fossero gli altri partecipanti a muoversi per raggiungermi e superarmi.
Dovevano comunque fare da +29% in su in un solo giorno per battermi, che con certi strumenti non è certo impossibile, ma il tempo era sempre meno.
Purtroppo per me l’ultimo giorno qualcuno mi è passato davanti e ho capito che il primo premio lo avevo perso, perché avevo solo il 30 giugno per fare più del 30%, ci ho provato, ma qua siamo puramente nel campo dell’azzardo e non ci sono riuscita.
Quando ho capito che col mio account non avevo più modo di muovermi, ho solo controllato la classifica, per scoprire che sul finale altri due dal nulla mi erano passati davanti e alla fine sono arrivata 4’, a uno 0,5% dall’aggiudicarmi un set di valigie riservato al 3’ posto.
Complimenti a Andrei, Enrico e Fernando: o come me si erano bruciati il conto nel durante e lavoravano alla giornata, oppure hanno volontariamente aspettato ad iscriversi gli ultimi giorni, magari hanno usato un giorno per perdere più soldi possibili e arrivare ad avere solo 10-20.000€, cioè investire solo su 1-2 prodotti molto speculativi e hanno beccato lo strumento da +30% al giorno.
Giovanni ha seguito tutt’altra tattica: essendo partito col piede giusto facendo appositamente il mio opposto, lui ha dovuto sgobbare di più perché, se io potevo anche perdere tutti i giorni e sperare in solo uno positivo, lui mirava alla classifica individuale generale, quindi doveva stare molto attento a non bruciare il suo conto.
Se poi un giorno faceva anche una grande performance, tanto meglio, non gli era di certo preclusa la possibilità di essere anche tra i migliori della classifica della miglior performance giornaliera, ma il suo obiettivo era di rimanere tra i primi 4-5 della classifica generale e non scostarsi mai dai primi posti.
La battaglia è stata molto bella da seguire perché quest’anno i primi 4-5 sono stati sempre molto ravvicinati tra di loro, si sono dati del filo da torcere fino agli ultimi minuti e sono stati tutti ugualmente meritevoli di salire sul podio.
Giovanni fino all’ultimo giorno era primo in classifica con ben 3 punti percentuale di vantaggio sul secondo, dunque ha venduto tutte le posizioni che aveva e si è saggiamente messo flat, lasciando correre gli altri.
D’altronde se sei già primo, non ha molto senso rischiare di strafare col rischio di sbagliarti a poche ore dalla fine della competizione e coi mercati sui massimi che non davano cenno di voltarsi al ribasso.
Abbiamo pensato bene di andare in spiaggia visto che eravamo in Salento con le mie cugine e lui controllava la classifica dal cellulare.
Evidentemente chi era dietro di lui ha tentato di superarlo: chi si è messo short è sceso in classifica, chi si è messo flat sulla difensiva come lui ha consolidato la posizione accontentandosi magari del 2’ o 3’ posto e chi invece era long ed è rimasto long, gli è passato davanti.
Intorno alle 15,30, a 2 ore dalla chiusura, viene punto sul vivo, sento che mi urla “Ho un’emergenza, sono QUARTO!!!” e in un attimo sparisce dalla spiaggia dove non prendeva bene la linea e vola a casa al computer a cercare di recuperare il terreno perso con qualche ultimo trade.
E’ stato coraggioso e ci ha provato fino alla fine: poteva esagerare per cercare di riprendere il primo posto, col rischio di volare giù in classifica e perdere pure il podio, oppure tenere un profilo più moderato per giocarsi sul filo del rasoio il 3’ posto.
Alla fine si è messo al ribasso su un turbo short su Tesla e ha oscillato fino all’ultimo, ma scendendo solo dopo le 17,30 a classifica oramai definita.
Conclusione: è arrivato 5’ nella classifica individuale con +27,12% (e 14’ nella classifica della miglior performance giornaliera con +16,10%), un risultato di tutto rispetto, ma senza premio.
Emotivamente è stato più frustrante per me che sono arrivata 4’, perché ero proprio a un pelo dal podio e chi arriva 4’ di solito è quello che ci rimane peggio.
Alla fine siamo stati primi nelle nostre rispettive classifiche per giornate intere fino al penultimo giorno e poi ci hanno sorpassato sul finale, il trading è così, in questo che sia reale o virtuale poco cambia: i risultati che hai oggi non sono di certo garanzia di quelli che avrai domani!
Cosa ci insegnano le dinamiche di questo breve campionato e della narrazione delle nostre due esperienze?
Che non bisogna mai credere ai numeri, anche se bisogna sempre credere ai numeri!
Sembra un controsenso, eppure qualcuno di poco serio che in una competizione, magari anche con soldi reali, raggiunge in giornata il +28% come ho fatto io, potrebbe presentarsi come mago della finanza e molti ingenui potrebbero cadere nella sua trappola, per poi scoprire che la stessa persona che ha fatto +28% in un giorno è la stessa che ha fatto -54% in 3 settimane!!
“Perdere un’illusione rende più saggi che trovare una verità”
(Ludwig Borne)
Al prossimo campionato
Luana Velardo
P.S. : chi scrive su questo sito, io Luana o Biagio siamo tutti top trader, vincitori di campionati con denaro reale, che è tutto un altro mestiere, ma mai abbiamo approfittato di questi titoli per dare l’illusione ai nostri abbonati che sarebbe stato facile guadagnare
State sempre attenti a chi propone corsi (carissimi) promettendo risultati straordinari, magari illudendovi anche di darvi soldi da gestire (email fresca di stamane con grande titolo “250.000 euro di capitale per fare Trading TE LI OFFRIAMO NOI”), così che voi spendete tanto (magari rimanendo pure senza soldi o facendo debiti, tanto poi i soldi ve li dà lui) per imparare il metodo ma poi ci sarà sempre qualche intoppo per cui non avete i requisiti per diventare il grande gestore che già vi illuderete di essere, anzi vi chiederanno altri soldi per poter ulteriormente migliorarvi ed arrivare a gestire questo grande capitale.
Ricordate sempre, come dice saggiamente Stefano Fanton: “truffato e truffatore sono complici” , se la scelta del corso è fatta perché siete avidi e bramosi di guadagnare chissà quali cifre, sicuramente vi meritate una sonora batosta.
Forse il miglior libro da leggere prima di intraprendere qualsiasi corso è “Bankarate” dove io e Luana non abbiamo peli sulla lingua e raccontiamo quel bel mondo di m…. della finanza, per ogni 10 che amano questo lavoro e lo fanno con passione (siano consulenti finanziari, trader o formatori) ci sono almeno 100 squali che pensano di fottere il prossimo, sia in Banca che nel mondo della formazione
Giovanni Borsi