LA STORIA CI INSEGNA TANTE COSE:
dal 2010 ad oggi SAFILO – JUVENTUS 3-3 e palla al centro
È ai nastri di partenza l’operazione Safilo (parte lunedì), per cui farà in tempo a finire all’interno del mio prossimo libro sugli aumenti di capitale di cui oggi vi do un assaggio, pubblicando il capitolo che parla di Safilo.
Il giorno venerdì 8 ottobre parte anche l’aumento di capitale di TUI che ci vede interessati in quanto sottostante di molti certificati e ne parlerò al webinar riservato agli abbonati adc in cui il tema principale sarà Safilo che, come quasi tutti gli aumenti di capitale di casa nostra, parte lunedì prossimo e dura le classiche due settimane.
Perché ho scritto: 3-3 e palla al centro? Semplice, la storia di entrambe le società ci dice che ogni x anni sono a chiedere soldi che regolarmente dilapidano in vario modo, mai facendo gli interessi del piccolo azionista, per cui la partita non è finita e c’è da cominciare a fare la scommessa su chi farà per primo il quarto aumento di capitale, che più di un gol, sembra un autogol per l’azionista di minoranza.
Vediamo la storia di questa società attraverso le due precedenti operazioni, la prima, quella del 2010 sicuramente molto più interessante perché ha visto entrare l’azionista che tuttora controlla l’azienda.
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Quando l’azienda potrebbe cambiar pelle.
La vignetta vuole evidenziare che seguire le mosse di chi conosce molto bene i conti dell’azienda può rivelarsi un grande affare
L’aumento di capitale di Safilo da cui trarre maggiori insegnamenti fu sicuramente quelle di marzo 2010, lo ricordo sempre con piacere perché forse è stato il primo a darmi una certa notorietà in questo campo; infatti, proprio in quel periodo, feci un tour di conferenze con Directa Sim e ne parlai dettagliatamente in più di un’occasione, tanto che molta gente seguì il mio consiglio e comprò le azioni una volta finito l’aumento di capitale.
In questo caso fu premiata la mia capacità di analisi, troppi indizi mi portavano ad un solo ed unico risultato, sarebbe stato un grande affare e così fu.
Andiamo con ordine e vediamo un po’ di storia della società.
Penso che come prima cosa balzasse all’occhio l’enorme differenza tra Safilo e Luxottica: come può un’azienda leader con un marchio consolidato come Safilo, in un settore ad altissimo valore aggiunto, avere dei conti così disastrosi? Bastava guardare la stella Luxottica che veniva da chiedersi: ma il management di Safilo è così incompetente?
La Safilo era stata fondata nel 1934 dalla famiglia Tabacchi, che mantenne il controllo sino proprio al 2010.
Negli ultimi anni, forse per acquisire alcune licenze e cercare la crescita per vie esterne, nonostante l’ampio margine lordo sui ricavi, aveva cumulato un fortissimo indebitamento e una perdita nel 2009 di oltre 200 mln di euro, tanto che prima dovette rinegoziare un grosso debito obbligazionario che non era in grado di rimborsare e poi dovette cedere il controllo della società, proprio in occasione dell’aumento di capitale.
Considerati i salvataggi che ci sono stati in Italia su titoli veramente alla canna del gas in settori che non hanno futuro, l’ultima cosa che mi sarei aspettato è che il sistema bancario facesse fallire una società con la storia di Safilo.
Sulla Stampa in novembre 2009 uscirono notizie volte a spaventare gli investitori, con minacce di veder fallire la società, ma l’unico scopo era spaventare gli investitori, che avevano investito nel bond Safilo ed a cui veniva offerto un rimborso al 60% del nominale!
Pensa solo alla beffa dell’obbligazionista che ha dato le sue obbligazioni al 60% del nominale a novembre 2009 per paura di non avere nulla, e all’obbligazionista che non ha aderito all’Opa di Hal, che si è tenuto le obbligazioni e dopo meno di un anno se le è viste rimborsare a 100 oltre ovviamente alla lauta cedola!!
Tanto per cambiare, questa si è dimostrata essere l’ennesima fregatura per l’ignaro risparmiatore e al tempo stesso una mossa da artista per la Hal, la società che poi rilevò la maggioranza da Tabacchi e che anch’essa si vide rimborsato a 100 quello che un anno prima aveva comprato a 60, considerata la cedola del 9,25%, di fatto aveva quasi raddoppiato i soldi investiti nell’obbligazione in meno di 12 mesi e con questo guadagno di fatto si era comprato buona parte delle azioni Safilo, come dire si era comprato l’azienda con pochi spiccioli !!!
Tornando all’aumento di capitale, come ho detto, questo era stato anticipato da questa mossa sull’obbligazione, sembrava tutto già scritto, il titolo scende e lo portano addirittura all’inoptato, a quel punto Hal si compra la Safilo ad un prezzo scontatissimo e guadagna su tutti i fronti.
Perché ero così fermamente convinto che il titolo Safilo fosse da comprare?
- Le mosse del nuovo socio erano assolutamente ben fatte
- Il business del nuovo socio (aveva 4000 negozi sparsi nel mondo, che vendevano occhiali) poteva creare sinergie con Safilo ed aumentarne decisamente il fatturato
- L’aumento di capitale di fatto aumentava il patrimonio netto da 600 a 900 mln e dimezzava conseguentemente l’indebitamento da 600 a 300 mln, quindi il rapporto patrimonio/indebitamento netto passava da una soglia di rischio pari a 1 e diventava di un terzo, gli oneri finanziari ne avrebbero beneficiato tantissimo, ridando potere contrattuale a Safilo nei confronti del sistema bancario.
La mia operatività fu molto semplice: aspettai l’ultimo giorno e comprai i diritti con pochi spiccioli.
Addirittura nei giorni successivi, quando potevo ancora sottoscrivere, il mercato spinse le azioni sotto al prezzo di emissione dell’aumento di capitale, tanto che si potevano comprare anche sotto a 0,30€, abbandonando il diritto.
Tutto faceva pensare a una grande manovra per portare l’inoptato ad alti livelli e così fu, ma se Hal si voleva comprare l’inoptato con qualche spicciolo sbagliò i suoi conti.
Perché quando uscirono le notizie di Internal Dealing e il mercato vide che tutti gli amministratori avevano sottoscritto pesantemente l’aumento di capitale, tra cui balzava all’occhio il milione di euro investito in azioni Safilo proprio dal suo stesso amm.re delegato sig. Vedovotto, il titolo cominciò a salire, tanto che io scrissi sul mio sito che il titolo era da comprare su ogni piccolo storno, il titolo era già un treno in corsa e a fine mese era già arrivato a 0,50€.
Per chi volesse guardare il grafico del titolo deve tener conto che il titolo poco dopo fu accorpato in 1 azione ogni 20 vecchie per cui i vecchi 0.30€ erano diventati 6€.
Oltre all’operazione iniziale feci anche altre due belle operazioni poco prima dell’uscita delle successive trimestrali, facendo per ben due volte un bel 10% di guadagno in pochi giorni: perché lo feci?
Perché è facile pensare che una società risanata con minori oneri finanziari e con un socio nuovo che può portare valore i dati dei trimestri successivi, quelli che beneficiano appieno della liquidità riveniente l’aumento di capitale, possano presentare dati che piacciono molto agli analisti e fanno strappare verso l’alto le quotazioni del titolo.
Il titolo effettivamente arrivò sino a raddoppiare di prezzo, ma alla fine dopo il 2014 riprese decisamente a scendere in maniera costante, dimostrando che anche il nuovo azionista Hal, ancora presente come maggiore azionista, non era riuscito nell’intento di riportare la società ad una profittabilità simile ai suoi principali competitor (Luxottica nel frattempo ha continuato a segnare nuovi massimi sino a fondersi con Esselor).
Addirittura il 2017 si era chiuso con una perdita di oltre 200 milioni di euro, ben superiore alla sua stessa capitalizzazione di borsa ridottasi oramai a soli 100 milioni nonostante vantasse un fatturato di 1 miliardo di euro: è chiaro in questi casi come il mercato prezzi così poco le azioni, sono fin troppo evidenti i problemi che la società deve affrontare, sia reddituali che finanziari.
Non a caso, l’aumento di capitale del 2018 di quasi 150 milioni di euro, non ha avuto effetti sul titolo così dirompenti come era stato nel 2010, del resto non cambiava nulla nell’assetto di controllo della società ed il nuovo azionista Hal dal 2010 al 2018 non aveva saputo creare quello che in gergo prende il nome di “Turnaround” dell’azienda, ed il mercato, che vive di aspettative non ha più creduto in un punto di svolta, lasciando le azioni al loro destino.
Il Turnaround, per chi non lo sapesse, verte su due momenti, il primo volto a porre termine alle cause della crisi dell’azienda, ed il secondo teso al perseguimento di un piano di recupero della redditività: nel caso di Safilo la Hal non ha dimostrato di essere il soggetto più idoneo a riportare Safilo a splendere in borsa.
INSEGNAMENTI: in questo caso citerei due insegnamenti fondamentali:
- l’importanza di ogni informazione che possa essere utile alla nostra causa (in questo caso le comunicazioni di internal dealing);
- quando l’aumento di capitale può essere davvero un punto di svolta dell’azienda si potrebbe anticipare i successivi dati trimestrali scommettendo nella bontà degli stessi e prendere di nuovo posizione sul titolo qualche giorno prima della trimestrale così da sfruttare l’effetto buona notizia.
Inoltre mai rimanere ancorati ad un grande successo come può essere stato l’aumento di capitale del 2010 e pensare che il titolo possa fare la stessa cosa ogni qualvolta fa un aumento di capitale, ogni volta va vista l’operazione e contestualizzata al momento di borsa e agli accadimenti che nel frattempo sono intervenuti nella società.””
Il libro sarà pieno di queste descrizioni, dopo le prime 100 pagine tecniche in cui ti spiego le varie tipologie di aumenti di capitale, il fattore k, il modello rolling etc etc…, c’è la storia degli ultimi 30 anni di operazioni straordinarie con i relativi insegnamenti, penso che a livello didattico, di tutte le materie che conosco, sia sicuramente il miglior libro che potessi scrivere.
La storia di Safilo ci dice che neanche il nuovo azionista è riuscito a far cambiare le sorti della società, quando nella stessa regione c’è un’azienda di successo come la EssilorLuxottica di Leonardo Del vecchio che macina utili su utili da decenni.
Perché l’ho paragonata alla Juventus?
– È il terzo aumento di capitale dal 2010 per entrambe.
– In Italia sono marchi molto conosciuti ed apprezzati
– Entrambe le società hanno quasi sempre i bilanci in perdita
– Sembra che non abbiano il minimo rispetto per l’azionista di minoranza
Per chi volesse saperne di più potrà iscriversi ai Webinar di Safilo (il primo lo si può vedere anche registrato in quanto non è operativo, ma spiega l’operazione) ed avere compreso nel prezzo anche quelli di Juventus che prevedo verso fine novembre (l’assemblea straordinaria per la delibera è prevista a fine ottobre).
Diciamo che Safilo e Tui saranno l’antipasto del piatto forte di fine anno che sarà sicuramente la Juventus.
Come sempre troverete i dettagli degli aumenti di capitale Tui e Safilo sul sito di Directa nella rubrica “Fatti di Borsa” a cura di G.Borsi.
ISCRIVITI AI 3+3 WEBINAR CON 2 MESI DI FORMAZIONE OPERATIVA ISCRIVITI AL WEBINAR GRATUITO SU AUMENTI DI CAPITALEA presto
Giovanni Borsi