La vignetta, tratta dal libro Bankarate, la dice lunga sulla passività dei gestori, che oramai dovranno rassegnarsi e vedere un anno in profondo rosso, ma visto che a ben pochi importa del cliente finale, che manco conoscono e manco ci devono parlare, sanno di non rischiare la loro scrivania, perché in fin dei conti il loro risultato è pari a quello di tutti gli altri gestori, “mal comune mezzo gaudio” e son tutti contenti, magari con qualche bonus in meno legato alle performance, ma sicuri di aver salvaguardato il proprio lavoro.
Ma vedere quello che scrivono e hanno scritto durante il 2022 fior di professionisti nel mondo dei certificati mi fa pensare che anche loro non siano da meno:
- c’è chi non fa più vedere il proprio portafoglio, addirittura su certi sottostanti sono al terzo o quarto switch e ancora non hanno capito di aver sbagliato cavallo; quando poi li vedi che si attaccano alle speranze delle statistiche o fanno il tifo per un singolo titolo, sono alquanto poco professionali, ma soprattutto i primi ad essere incapaci psicologicamente a gestire i loro portafogli;
- c’è chi porta avanti la favoletta delle cedole, senza utilizzare il MTM, e ne va anche fiero, non oso pensare cosa potrebbe succedere se anche un solo titolo solido che ha in portafoglio (sì perché lui si vanta di avere solo titoli solidi in portafoglio) dovesse andare sotto barriera: Enel probabilmente ci è già andata, ma tanti altri titoli, se presi nel 2021 possono essere a rischio barriera e un anno fa erano considerati solidi (Volkswagen, Varta, Nvidia, Meta, Netflix) o con barriere lontanissime (Telecom);
- c’è chi non ha saputo vendere i cadaveri e con perdite anche del 70-80% su certi sottostanti (Lira turca, Twilio, Beyond, Palantir etc etc) e in poco più di un anno vanta una performance del -40%, e questo non fa certo bene al settore, soprattutto quando vai a vedere il portafoglio e non ha alcuno dei certificati considerati OBIETTIVAMENTE i migliori di oggi sul mercato, e negli ultimi due mesi non ha fatto praticamente nulla, dimostrando una totale incapacità, come se si fosse rimasti paralizzati dalle perdite; ma queste ahimè continuano a crescere e quasi un 50% del portafoglio non paga neanche più le cedole: assurdo vedere che due degli ultimi acquisti sono su Telecom (probabile switch di prodotto scoppiato venduto nei giorni precedenti) e su un certificato comprato a 37 (scommessa??) che ora vale 20 pur essendo un airbag!!
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Rimane solo il sottoscritto, chiuderò probabilmente l’anno in negativo (ma non certo ai livelli sopra descritti), ma almeno non mi si può accusare di non cercare di tirar fuori dal cilindro il mio massimo per trovare qualche perla per cercare di salvare la performance e mettermi nelle condizioni di poter poi recuperare velocemente non appena i mercati si normalizzeranno.
Ad agosto, prima del ribasso dei mercati, mi ero già posizionato su ben 3 reverse (forse monetizzati troppo presto nei giorni scorsi), ho utilizzato qualche turbo short e non ultimo ho fatto un bellissimo arbitraggio, ancora in essere, su un certificato su Eni a sconto vendendo in simultanea l’azione, in attesa che il prezzo del certificato mi dia ragione (potrebbe essere un arbitraggio da 6% in pochi giorni).
A me piace rispondere sul campo e con i risultati, con Saipem ho zittito tutti ma l’invidia è una brutta bestia e, pur di difendere il proprio orticello, ancora c’è chi trova il coraggio di criticarmi, preferisce il buy and hold come fanno tutti, si vede che sono ABITUATI a non sapere investire, e, soprattutto, a non saper reggere l’urto dei mercati, a non saper vendere in perdita e lasciar diventare queste perdite dell’ordine dell’80%.
A chi mi paga un servizio (ora non lo paga più a me ma alla “TutorAcademy”, ma io continuo a pubblicare nelle chat adc e certificates i miei eseguiti) io darò sempre il mio massimo: non ho la sfera di cristallo ma sono sul mercato da quasi 40 anni di cui oltre 20 da trader professionista, ho superato tutte le varie crisi dei mercati e supererò anche questa.
Chi mi legge e segue non potrà mai dire che non ho cercato di fare il mio meglio, se fossi uno dei gestori della vignetta potrei vendere tutto o mettermi su cose prudentissime e di sicuro a fine anno vantare performance (negative ma non certo disastrose e sicuramente meglio della media del mercato) che tutti gli altri si scordano: certo mi potrà battere solo chi tarocca le performance non utilizzando il MTM, nascondendo ai propri clienti il reale valore del loro portafoglio, ma questi professionisti prima o poi riceveranno quello che giustamente meritano.
Magari vi sembrerò arrogante, ma siccome non sono uno che cancella le critiche sui propri social (come fanno tanti altri), non sto certo a prendermi i pomodori in faccia come i gestori della vignetta: io non nascondo i miei errori, anzi, li dico apertamente in pubblico, perché sono di una utilità didattica pazzesca; per cui chi arriva a criticarmi in modo estremamente scorretto non lo cancello ma semplicemente lo disintegro con la professionalità e la competenza che ho saputo dimostrare in tanti anni ai massimi livelli.
Io convivo con l’alea dei mercati da oltre 30 anni, non ho certo paura a fare clic e so che questo può essere un momento cruciale dei mercati: non rimango certo paralizzato dalla paura o dall’ultima operazione che ho fatto alquanto sfortunata come timing: mi sono comprato venerdì (malissimo, ma il pre open era fortemente positivo) questo certificato:
DE000VV61P98 Certificato emesso da Vontobel, con scadenza 26/03/2024
Quando l’ho comprato era a sconto sul nominale e tutti e tre i titoli sopra strike (avendo fatto strike benissimo) ma nel pomeriggio di venerdì è sceso per via del ribasso di Carnival, nonostante i dati non fossero negativi.
Purtroppo, quando il mercato è negativo, alla fine qualsiasi notizia sembra sia una giustificazione per vendere.
Ma aver fatto un’operazione sbagliata come timing (non sarà di certo la prima e nemmeno l’ultima della mia lunga carriera), non mi scompone, anzi mi stimola a fare ancora di più per cercare il top.
Oggi ritengo che il mercato stia vendendo anche titoli che hanno raggiunto valori impensabili sino a qualche mese fa, titoli che hanno comunque dei valori di libro che alla fine dovrebbero prevalere nel lungo termine.
Ma l’umore dei mercati è pessimo e si vende di tutto, se Carnival ha fatto -20% con una trimestrale tutto sommato non male, pensate a Varta che, su problemi legati ai costi e ampiamente risaputi dal mercato, è riuscita a perdere un 50% delle proprie quotazioni in pochi giorni (dopo aver già perso un altro 50% negli ultimi 12 mesi)!
Ricordiamo che Varta era molto apprezzata per il suo business e la capacità di innovazione ed ora, senza veder intaccate le sue prospettive è tornata a valere come nel 2018-2019 prima che partisse il grande business delle batterie di cui Varta è una società leader di mercato.
Ora c’è da chiedersi se in questo frangente in cui scende tutto sia il caso di comprare qualche sottostante che abbia comunque un business di qualità e destinato a riprendersi: del resto le borse prezzano le aspettative future, e una volta che i mercati si saranno placati, andranno a cercare quei titoli dal maggiore potenziale.
Carnival ha ottime aspettative sul 2023 (ritorno a volumi pre Covid), Varta è leader nel suo settore, così come Plug (che ha come clienti Walmart e Amazon), per cui ho nel mirino anche quest’altro prodotto, che forse comprerò già oggi 3 ottobre:
DE000VV61QB3 Certificato emesso da Vontobel, con scadenza 26/03/2024
Il certificato presenta un rendimento altissimo (oltre il 40% se preso a sconto in area 90), commisurato alla volatilità dei titoli sottostanti.
Potrebbe essere interessante anche per switchare vecchi prodotti che hanno strike e barriere su Varta altissimi e su cui non vedo grandi speranze di recupero.
Ho nel mirino anche altri prodotti, purtroppo sono uscito dai reverse che avevo preso ad agosto che mi hanno permesso di ridurre notevolmente le perdite sul portafoglio complessivo, ora ne ho monitorati altri due, che vorrei prendere su un buon rimbalzo del mercato, sperando che questo rimbalzo li porti a prezzi interessanti.
Il primo ha solo Intesa appena sopra strike (ma già lunedì 3 ottobre facilmente sarà anche lei sopra strike)
IT0006752395 Certificato reverse emesso da Smart Etn, con scadenza 7/9/2023
Non dimentichiamo che Intesa staccherà l’acconto dividendo, per cui, anche preso a poco più di 1000 è alquanto probabile l’autocall alla prima data utile.
La scadenza a 12 mesi lo rende un prodotto tranquillo, in quanto Intesa è il best of, dovrebbe salire del 30% in dodici mesi oltre che recuperare un dividendo superiore al 10% sul prezzo attuale.
Potrebbe essere dunque anche considerato un’ottima copertura per chi ha Intesa in molti certificati long; il sottoscritto ad esempio, come penso molti di voi, è abbastanza esposto proprio su Intesa, avendo quasi il 50% dei prodotti in portafoglio con dentro Intesa.
L’altro è tematico e riguarda il settore auto, l’eventualità di una recessione e di conseguenza un calo dei consumi delle famiglie, sta facendo soffrire il settore auto.
IT0006752858 Certificato emesso da Smart Etn, con scadenza 27/9/2023
Il prezzo è schizzato verso l’alto va avendo ancora 6 cedole da incassare, pari a un 12,5% prima di una eventuale autocall, offre comunque una buona remunerazione al parcheggio della liquidità (8% circa in sei mesi se comprato in area 1045) offrendo anche una sorta di protezione e diversificazione ad un portafoglio totalmente long.
Vedo che sui social c’è una ricerca spasmodica di capitali garantiti o prodotti super prudenti con barriere al 40%, personalmente penso sia l’ultima cosa da fare cercare rendimenti miseri e ingessare il proprio portafoglio quando si può ottenere un 2-2,5% in meno di un mese su prodotti che scadono in ottobre (non saranno certi, ma altamente probabili), oggi sto investendo in prodotti che magari inizialmente mi faranno soffrire, ma io posso permettermelo, perché ho potuto vendere i reverse che avevo in portafoglio e ho ancora quasi il 50% investito su due prodotti che scadono in ottobre e che mi permetteranno altri nuovi acquisti interessanti.
Ricordo a chi non lo sapesse che il 2% al mese lo si può fare su prodotti a 3-4 anni con barriere profonde, ma anche con prodotti molto meno rischiosi che scadono entro l’anno e che hanno sicuramente barriere più alte ma il fattore tempo decisamente a favore: ma scovare certe occasioni è mestiere per pochi, del resto anche gli arbitraggi, che dovrebbero essere il “sacro graal” di ogni investitore (a maggior ragione di un gestore di fondi), sono materia per pochi grandi super traders, solo se avete letto il mio libro sugli Arbitraggi e leggerete il prossimo libro in uscita sugli Aumenti di Capitale capirete cosa significa fare un arbitraggio, o un “quasi” arbitraggio.
Vi aspetto il 7 ottobre a Investing Roma dove parlerò anche di arbitraggi, di sicuro non vi annoierò e sarò anche premiato per aver vinto la prima Investing Cup (chi mi conosce sa che non mi piacciono le competizioni nel virtuale) che mi ha visto battere il mercato azzeccando di fatto 3 cavalli vincenti (Plug e i due bancari Bper e Banco Bpm) che hanno fatto decisamente meglio del mercato e che ho come sottostanti anche nel mio portafoglio certificati.
Ci vediamo a Roma.
Giovanni Borsi
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