Un messaggio che dovrebbe passare sempre e bello chiaro, almeno da parte di chi si occupa di formazione, è che nelle proprie decisioni di acquisto o vendita non dovremmo mai farci condizionare dal nostro prezzo di carico.
Purtroppo continuo a sentir chiedere da parte di stimati professionisti, in occasione di domande su cosa fare di un determinato certificato:
“qual è il tuo prezzo di carico? “
Il giudizio su un prodotto non può MAI essere influenzato dal prezzo di carico, ma solo e unicamente dal fatto “se lo comprerei oggi o no”.
Tuttalpiù potrei arrivare alla conclusione: non lo comprerei ma, se lo avessi in portafoglio, per il momento aspetterei a venderlo, e, fidatevi le occasioni poi capitano.
A noi di Gbinvesting è capitato a inizio settembre con il famoso XS2268324915, che era in bid only, ma aveva tanti venditori che probabilmente fan parte della categoria di chi pensa sempre che sia corretto il motto:
VENDI GUADAGNA E PENTITI
Magari hanno venduto questo in gain per andare a mediare un certificato su un titolo come Beyond: anche a me piace Beyond, perché credo nel suo business, ma non ho le possibilità di sapere come è gestita, potrebbero operare in un business dal futuro roseo e fallire lo stesso per incapacità di gestirne lo sviluppo: per cui ho imparato a non innamorarmi dei titoli e cercare di valutare sempre in maniera oggettiva i vari certificati che ho in portafoglio.
Anch’io credo che Tesla sia gonfiata e valga molto meno di 1000$ ma se ho un certificato reverse che vale 500 e se Tesla non scende mi rimborsa tra qualche mese 250, non ci penso due volte a venderlo in perdita, indipendentemente dal mio prezzo di carico; nel caso di Tesla, visto che tutti ora aspettano che Elon Musk venda, tuttalpiù vado a sostituire il certificato vendendo le azioni short: se Tesla sta ferma col certificato perdo il 50% mentre con le azioni perdo solo i costi del prestito titoli.
QUANDO IL TEMPO GIOCA CONTRO AD UN CERTIFICATO VA VENDUTO
Oppure andrebbe compensato con opzioni a copertura, almeno da neutralizzare il fatto che ogni giorno che passa e che Tesla non scende io sono destinato a perdere soldi, ma questo è un lavoro da esperti e penso che pochi lo sappiano fare.
Ma torniamo al certificato XS2268324915 che valeva quasi 1100 a settembre (oggi vale ancora così ma ha staccato un 10% !!), quando tutti sono in gain è più facile trovare chi sia disposto a disfarsene anche se rende il 40% all’anno con rischi molto contenuti anche se ha due titoli dentro come Moderna e Tesla (ma molto sopra strike), perché la gente guarda sempre a quanto sta guadagnando ed è più propensa a vendere ciò su cui è in gain (magari spaventata dalle notizie su Moderna o Tesla, quando in realtà il prezzo del certificato dipende da Carnival) che un cadavere su cui è in perdita e ha poche possibilità di recupero.
Noi da settembre ad oggi abbiamo fatto una bella pulizia, a fine agosto dopo 2 mesi di nulla (il portafoglio che pubblichiamo, visibile ai ns abbonati, era 123 a fine agosto) abbiamo via via eliminato certificati che riteniamo rischiosi per il mercato attuale e siamo tornati più su titoli europei e con strutture più prudenti, ma senza rinunciare al rendimento.
Questa politica ha pagato, ora siamo a 126 (faccio notare che se uso il certificato dei certificati come Benchmark del mercato abbiamo sovraperformato del 4% in soli due mesi e mezzo) e attenzione:
IL RENDIMENTO MEDIO DEI CERTIFICATI ORA IN PORTAFOGLIO E’ SUPERIORE AL 12% ANNUO
Difficilmente ci vedrete comprare certificati che rendono meno del 10%, oggi i costi di emissione su strutture prudenti sono esagerati, ma non perché sono aumentati, ma semplicemente perché i tassi di remunerazione sono drasticamente calati e le commissioni incidono sempre di più; un po’ come le commissioni sui fondi di liquidità o sull’obbligazionario, quando il mercato offre tassi ridicoli e le commissioni di gestione superano gli stessi tassi di mercato, tanto vale tenere i soldi sotto al materasso.
Al prossimo webinar ti spiegherò come ho ragionato e perché ho preso le ultime decisioni di acquisto e vendita
Giovanni Borsi