In questo articolo vado giù pesante sulla sfrontatezza degli Emittenti nel collocare prodotti con altissime probabilità di nuocere, oltretutto guadagnandoci su cifre da capogiro approfittando del fatto che quando si è in perdita siamo disposti a tutto pur di pensare di recuperarla, facendo ulteriori disastri.
“Se mi leggi da anni, sai che non ho MAI messo becco sulle valute e sul forex in generale, perché la mia specializzazione verte altrove, dove sono richieste competenze molto diverse. Ciò non toglie che, a grandi linee, le questioni macro le tengo sotto d’occhio, non tanto per fare qualcosa con le valute, perché rimango dell’idea che DOBBIAMO FARE QUELLO CHE SAPPIAMO FAR BENE, ma perché così certi inequivocabili bidoni sono sicuro che non potranno mai entrare a fare parte della mia operatività, neanche per sbaglio.
Nel pieno rispetto quindi della regola basilare “FAI SOLO QUELLO CHE SAI FARE BENE”, quando un paio di mesi fa mi è stato chiesto di creare un certificato sulla lira turca, me ne sono guardato bene e ho prontamente rifiutato!
Una cosa è poco ma è sicura: la lira turca non ha di certo i requisiti minimi in quanto a solidità che pretendo, prima di muovere un dito: se non ho certi parametri statistici di probabilità a mio favore, sinceramente col cavolo che me la metto in casa, in qualunque forma e modalità!
Avrei tranquillamente potuto accettare l’incarico e portare a casa un bel gruzzoletto senza sforzo, visto che purtroppo c’è domanda, ma non fa proprio per me, visto che non do l’approvazione a nessun certificato fino a quando non raggiunge caratteristiche abbondantemente superiori agli altri analoghi in circolazione.
Fuori dai denti, me ne frega ben poco del gruzzoletto in più o in meno. Preferisco di gran lunga MANTENERE INATTACCABILE IL PRIMATO COME MASSIMO ESPERTO SULLA STRUTTURAZIONE DEI CERTIFICATI IN ITALIA. Vuoi mettere…?
La lira turca e tante altre fesserie del genere sono autogol in cui un vero professionista non casca! Purtroppo di certificati in giro sulla lira turca ce ne sono, quindi qualcuno li avrà chiesti e, quel che è grave, è che qualcuno li ha emessi, più o meno sapendo che erano già morti prima di nascere.
Gli Emittenti fanno tutto un altro lavoro – di fatto il contrario del mio: loro soddisfano la domanda, qualunque essa sia. Vuoi la lira turca? Pronti!
La situazione è preoccupante sui certificati sulla lira turca: ci sono tantissimi milioni di euro incastrati e pertanto svariate migliaia di persone che stanno perdendo e non hanno idea di come uscirne.
È per colpa dell’utilizzo inconsapevole di strumenti, che fatti così non dovrebbero neanche esistere, che i più inesperti (di fatto la maggioranza) si paralizzano a prescindere quando li sentono nominare.
Chi invece sa capire il linguaggio dei certificati, sa che sono strumenti eccezionali per guadagnare, anche se sbagli di poco la direzione. Sembra magia, eppure i certificati te lo fanno fare. ovvio che se investi palesemente dalla parte opposta e non hai la minima idea di quello che stai facendo e non sei pronto a intervenire quando parte la tempesta, per forza ti rovini, ma non è mica colpa del certificato!
Chi più, chi meno, i certificati analizzati in questo testo oramai sono diventati estremamente speculativi, quasi da casinò: se il mercato resta questo, con questi prezzi forward, sono tutti prodotti su cui ci si garantisce solo nuove perdite.
Su questi strumenti sono caduti tantissimi risparmiatori; dubito che molti di loro siano speculatori che sanno quello che fanno e amano rischiare a questo livello.
È più facile che siano persone che hanno fatto una specie di esperimento e magari hanno anche messo cifre troppo alte per le loro tasche e adesso sono amaramente pentite, per non dire imbestialite.
La stragrande maggioranza avrà anche facilmente incrementato le posizioni in perdita (la classica media del cavolo, dove tutti si autoflagellano belli contenti di avere abbassato il prezzo medio di carico e intanto hanno aumentato esponenzialmente il rischio).
Stiamo parlando di qualcosa come 200 milioni di euro, che non vengono trattati con le mani di velluto con cui dovrebbero essere trattati da tutti quelli che letteralmente ci mettono le mani: dall’Investitore, al Consulente al Sistema bancario che realizza le operazioni nel concreto. Ognuno ha la buona fetta di responsabilità. Siamo in pochi in Italia ad orientarci nel labirinto dei certificati.”