La bellissima vignetta di Don Alemanno, sottolinea come sui social tanta gente si vanta di quanto sia brava quando ancora non conosce tutte le variabili sui possibili piani B, io ho sempre lasciato che sia il mercato l’unico giudice imparziale perché il mio mestiere è uno dei mestieri più meritocratici che ci sia al mondo.
È bello vedere come vengono travisate le tue parole e sui social venga criticato qualsiasi cosa io scriva, ovviamente non si prende tutto l’articolo ma solo la parte dove possono cercare di attaccarmi.
L’invidia è una gran brutta cosa e sicuramente dà fastidio anche quando scrivo che sarà il mercato a dire chi avrà ragione (visto che sino ad ora ho avuto sempre ragione, visto che i migliori certificati dell’anno sono stati senza ombra di dubbio XS2407721245 di Citigroup e il CH1171815678 di Leonteq).
Di sicuro quando sarà il mercato ha decretare che non avevo ragione (e prima o poi capiterà, perché nessuno è infallibile) ve ne accorgerete, perché dopo tanta attesa, finalmente potranno attaccarmi laddove non sono mai riusciti e ci andranno giù pesante.
Chi scrive: “io Telecom non la comprerò mai” è proprio chi è rimasto incastrato con dei certificati Telecom: ricordo, a chi ha la memoria corta che proprio di questi tempi l’anno scorso, oltre a non aver alcun certificato sui tecnologici americani, cavalcai Telecom con ben 3 certificati guadagnando bene e sfruttando proprio il periodo natalizio e la scadenza ravvicinata dei certificati e a fine gennaio 2022 non avevo più niente in portafoglio che riguardasse Telecom.
Sono stato pazzo? No, semplice conoscitore delle regole del mercato e delle variabili che determinano il prezzo di un certificato.
Non ho mai negato di aver cavalcato titoli tecnologici americani discutibili (come Beyond) ma ne sono consapevole ed esco (anche in perdita) non appena sento aria di bruciato (su Beyond addirittura ero già uscito a fine ottobre 2021).
A ottobre entrai su questo fixed, Isin IT0006753013, che ha già pagato due cedole e gira ancora intorno alla parità, con Varta a -10% da strike, sfruttando l’alta volatilità di quel momento sul titolo, sapendo che 42% di cedole garantite mi avrebbero difeso da eventuali ulteriori ribassi e così è stato; importante è saper quando uscire, ossia quando le discese di Varta cominciano a pesare sul prezzo del certificato (già pochi sanno valutare il delta di un’opzione, quasi nessuno sa valutare il delta di un certificato).
C’è gente che tiene i fixed quando già sono dei cadaveri, magari solo perché è certa la cedola (peccato che viene scalata dal prezzo del certificato) e spera solo che il titolo risalga: uno dei tanti casi in cui si guarda la barriera e si spera.
C’è gente che ascolta il mio webinar e poi si compra un certificato su Telecom, magari solo per avidità vedendone il rendimento senza capirne i motivi, ma tanti comprano condividendo i miei ragionamenti, peccato che poi non lo sanno gestire e se vanno in perdita perché qualcosa è andato storto lo tengono nel cassetto (principalmente non sanno vendere in perdita) e facilmente poi chiedono aiuto quando è troppo tardi; ci credo che poi non vogliono più investire su certi titoli, salvo fare il classico switch del disperato.
L’articolo su Credit Suisse e relativi certificati è stato costruito appositamente con due volti distinti:
- L’autoelogio sulle performance avute con Credit Suisse (chi non lo avrebbe fatto? C’è gente che si elogia per una banalissima autocall!!) e del certificato di Leonteq CH1171815678 che verrà rimborsato a breve
- La descrizione dei certificati su Credit Suisse, con la premessa che nel breve credo al titolo (non a caso è già il migliore dei relativi panieri) e al calo di volatilità non del mercato in generale ma di Credit Suisse sicuramente.
Gente che guarda la barriera e spera è ovvio che non è in grado di giudicare certi articoli, raramente ho portato un certificato a scadenza, per cui l’acquisto di un certificato dipende da fattori che la stragrande maggioranza delle persone manco conosce.
Ma se gli attacchi sono sulla bontà dei sottostanti:
- come fa a parlare di Credit Suisse chi non l’ha saputa cavalcare (raddoppiando i soldi con i turbo short e poi coi turbo long) con l’aumento di capitale?
- O di Telecom e Zalando su cui ho specificato che non saranno ottimi titoli ma che le barriere al 40% e la scadenza vicina mi lasciano tranquillo
- ed anche il discorso che l’autocall fa da tappo si contraddice con i discorsi precedenti; avere due sottostanti come Telecom o Zalando rendono sicuramente più improbabile l’autocall: il mio desiderio è proprio quello di trovarmi tra un paio di mesi con due titoli ben sopra strike ed uno solo che mi tiene in vita il certificato così da continuare a percepire buone cedole e stare sereno per via di una barriera posta al 40%.
Comunque ribadisco il concetto: sarà sempre e solo il mercato il giudice imparziale di qualsiasi cosa che scriviamo, ed io che lo faccio da 22 anni non ho certo paura di sbagliare (fa parte del nostro mestiere), l’importante è avere un piano B e da qui arriva la battuta che coinvolge gran parte degli ignoranti che pensano di saper investire in certificati.
GUARDA LA BARRIERA E SPERA NON E’ UN PIANO B ma è una delle frasi più stupide che ho sentito purtroppo anche da professionisti del risparmio.
Ora, visto che sembra che solo io e 4 scappati di casa (compresi gli arabi che ci hanno messo 1 miliardo di euro) investiamo in prodotti ad altissimo rischio con sottostanti rischiosissimi come Credit Suisse, ho pensato di descrivere in questo articolo alcuni ottimi prodotti di nuova emissione, di un Emittente, MAREX, che ho studiato da subito, da quando in questa primavera si è affacciato sul mercato, ma di cui non ho ancora avuto modo di parlarne: sì perché io preferisco parlare a ragion veduta dopo mesi di studio.
Il mio giudizio da osservatore (non ho ancora comprato un prodotto di Marex) è decisamente positivo, buoni rendimenti con commissioni implicite nella fascia più bassa del mercato e un’attività di Market Making molto valida, con rare assenze dal book e spread sempre all’1%.
Sono prodotti che qualcuno potrà definire “per il buon padre di famiglia” così da soddisfare anche coloro che ragionano pensando di portare il prodotto a scadenza per cui hanno il focus solo su rendimento e barriere.
Sono tutti ottimi prodotti, e ne parlerò anche al mio prossimo webinar, possono sicuramente rientrare nelle tipologie dei prodotti che oggi trovano il maggiore gradimento sul mercato.
Personalmente trovo molto interessante il certificato IT0006753799, sicuramente il prodotto più originale, studiato su un paniere di titoli poco utilizzato dal mercato (cemento acciaio e infrastrutture), una novità che, oltre a permettere una buona diversificazione su un settore poco presente nei portafogli, potrebbe beneficiare della ricostruzione post bellica; inoltre, grazie all’attuale situazione tassi e volatilità può offrire un rendimento del 16.80% pur con barriere difensive al 50%.
Sicuramente interessante per gli amanti degli indici il certificato IT0006753773, difficile pensare che un indice possa perdere il 50% ed il rendimento dell’8,50% su un paniere di questo genere è tra i più alti del mercato.
L’unico certificato che non ha barriera al 50% gode però della clausola AIRBAG, il certificato IT0006753781, costruito sui soliti titoli italiani, offre comunque un rendimento del 14.50% annuo.
Direi che a seconda della propria propensione al rischio e del proprio modus operandi, stavolta ognuno di voi può trovare tra questi 5 prodotti quello da mettere sotto l’albero di Natale.
Un caro saluto
Giovanni Borsi & il Team GB Investing