18 Marzo 2023 News

Dalle Maldive mi è veramente difficile scrivere, internet va e viene e riesco giusto a usare Whatsapp o Telegram per brevi messaggi.

In una settimana è successo di tutto e non potevo certo prevederlo prima di partire, tanto è vero che lo scheletro della TOP50 lo ho fatto prima di partire cambiando ben pochi prodotti e togliendo il reverse (che aveva best of DB) che avrei dovuto tenere, e non eliminando dalla selezione i certificati con w.o Credit Suisse che invece avrei dovuto togliere.

Ho seguito poco i mercati ma l’esperienza mi dice che quando ci sono queste crisi spesso i conti sono taroccati (del resto avendo lavorato in diverse banche italiane so quanto sia facile sovrapesando o sottopesando i fondi rischi, camuffare situazioni assai pericolose) per cui ho fatto uscire dai nostri portafogli tutti i certificati con sottostante Credit Suisse nella giornata di giovedì (giudicando il rimbalzo come il classico rimbalzo del gatto morto), ne avevo inseriti due nel portafoglio modello ed uno solo nel portafoglio reale visibile ai nostri abbonati (quello con barriera al 40% che “sembrava” essere tranquillo).

Sul servizio in abbonamento sono andato anche short sul titolo tramite un turbo short emesso da Unicredit proprio in settimana confidando di recuperare la perdita con la classica mossa dello stop and reverse.

Ora nel weekend ci attendono riunioni dei consigli di amministrazione di UBS e Credit Suisse ma la vedo dura per Credit Suisse: qualsiasi aiuto sarà dato dopo aver fatto le pulci ai conti e non vedo perché UBS dovrebbe pagare una banca cadavere a prezzi superiori agli attuali.

Tutto potrebbe succedere ma io farei delle dovute premesse:

  • Il governo svizzero ha dimostrato di saper decidere in fretta e sa che c’è in ballo la fiducia internazionale nei confronti del sistema bancario svizzero (su cui poggia gran parte del PIL svizzero), per cui non credo farà scelte disastrose come quelle di Renzi o Gentiloni su BMPS buttando soldi pubblici in un calderone senza fine
  • UBS non credo si vorrà accollare i rischi di una banca che ha asset pari al 50% del PIL svizzero e potrebbe trascinarla nel baratro, non so quanto potrà essere convincente il governo svizzero nelle sue pressioni e quanto possa promettere in cambio
  • Soluzioni tipo Intesa-Banche Venete (1€ per tutta Credit Suisse e sofferenze in carico allo Stato) non penso siano percorribili, solo in Italia si possono fare questo tipo di favori alle banche a tutto danno dei contribuenti ignoranti
  • Credit Suisse è governata da incompetenti arroganti che pensano di poter fare da soli, per cui difficilmente accetteranno di essere comprati da UBS; e se la loro arroganza fosse dovuta al fatto che sanno che i bilanci non sono veritieri e che anche il recente aumento di capitale di fine novembre poteva solo prolungarne l’agonia, magari sperando che finisse la fuoriuscita di capitali e che il mercato le desse una mano. Del resto chi mi segue da anni negli aumenti di capitale potrebbe vedere la triste storia di Fondiaria-Sai, quando saltò l’OPA Groupama (ma se vedevano i conti i Ligresti sarebbero falliti un anno prima) e ci fu il salvataggio della cordata italiana (UniCredit al comando) con successivo aumento di capitale che ne prolungò l’agonia di un anno quando poi saltò tutto con il nuovo aumento di capitale e l’intervento di Unipol (Fondiaria da 100 a 1€ nel giro di 15 giorni) e ben 600 milioni di azioni inoptate sottoscritte dalle banche

Riprendendo il commento grafico nell’ultimo articolo “il punto sui mercati” avevamo scritto che “la perdita dei 27000 punti potrebbe innescare un movimento impulsivo più ampio con un primo target il test dell’area 25500” evento che si è verificato in maniera millimetrica come si può notare dal grafico sottostante.

 

 

Le notizie che si susseguiranno nel weekend saranno fondamentali per chiarire lo scenario attuale e quella che per ora può essere catalogata come una fisiologica correzione potrebbe trasformarsi in una tempesta inaspettata se continuassero le vendite perché il prossimo supporto è distante oltre 2000 punti!

Anche l’indice eurozone banks indica chiaramente che è stata raggiunta una area di supporto estremamente importante, una rottura della stessa avrebbe ripercussioni molto negative, dal grafico si nota che sono bastate appena 2 settimane di contrattazioni per cancellare più di 3 mesi ininterrotti di rialzi, a conferma del famoso detto “in borsa si sale per le scale e si scende con l’ascensore”.

 

 

A questo punto come ha detto Roubini penso che Credit Suisse sia troppo grossa per fallire ma anche troppo grossa per essere salvata (il governo svizzero e la sua banca centrale non ne avrebbero i mezzi) per cui non so come possano trovare una soluzione nel weekend; ritengo probabile una dichiarazione di intenti volta a tranquillizzare i mercati, magari lunedì vedremo un secondo rimbalzo del gatto morto che potrà essere l’ultima occasione per chi è ancora dentro di uscirne e lasciare che la speculazione faccia il suo corso.

Forse lo speculatore che sposa l’idea di Roubini potrebbe essere quella di investire in obbligazioni Credit Suisse, o in certificati a capitale protetto di Credit Suisse, hedgiando la posizione con lo short sul titolo azionario; ricordo che chi avesse agito in tal senso con le obbligazioni Saipem e il contestuale short sul titolo avrebbe guadagnato il 40% sulle obbligazioni e il 99% sulle azioni.

Ovvio che non c’è alcuna garanzia che la cosa si possa ripetere ora con Credit Suisse, vedremo lunedì che notizie usciranno e come le valuteranno i mercati ed agiremo di conseguenza.

Lunedì avrò il volo alle 13:45 ora locale (ore 9:45 italiane) è molto probabile che non riesca a collegarmi prima dell’apertura sino alle 20:00 della sera per cui potrò solo vedere che notizie usciranno nel weekend e commentarle prima di salire in aereo senza assistere in diretta alla reazione dei mercati.

Nel frattempo ti invito a iscriverti al prossimo webinar che terrò giovedì 23 marzo alle ore 14:00 (dopo la prima scadenza delle tre streghe di venerdì 17 marzo),  vedremo in questi giorni se occorre cambiare qualcosa nelle attuali strategie di investimento.

ISCRIVITI AL WEBINAR GRATUITO GB CERTIFICATES
Giovedì 23 Marzo ore 14.00

Giovanni Borsi