15 Gennaio 2023 Certificati

L’affermazione sembra quasi il trailer di una delle tante pubblicità in rete di fantomatici guru della finanza che per appena 3 o 4000 euro ti decantano mirabolanti risultati ottenuti attraverso le loro sconvolgenti e moderne strategie finanziarie promettendo di diventare i nuovi Warren Buffett o dei veri lupi di Wall Street!

Gli stessi che del recentissimo aumento di capitale di Saipem non hanno capito una beneamata mazza, ma con saccenza arroganza e/o ignoranza hanno continuato a dispensare autentiche perle come quella più eclatante: è l’azione che muove il diritto

Ritornando al titolo dell’articolo, il trader professionista non perde mai, provo a spiegare cosa intendo con tale affermazione.

Un trader che fa del trading il suo core business, l’unica fonte di reddito, l’esclusiva ragione dei suoi guadagni, come recita il titolo non perde mai, ogni qualvolta chiude un’operazione o guadagna o impara una lezione o entrambi!

Questo dovrebbe essere lo spirito con il quale si dovrebbe approcciare il mondo finanziario, i propri investimenti e il Trading, e che adottato anche nella vita reale si rivelerebbe un ottimo strumento per il proprio arricchimento personale, emotivo e comportamentale.

Le perdite, è vero, in alcuni casi ci segnano profondamente, lasciano cicatrici difficili da rimarginare, una sensazione di vendetta immediata nei confronti di un famigerato nemico oscuro, una voglia di riscatto che quasi sempre non è accompagnata dalla necessaria lucidità.

Un’irrefrenabile sensazione di aver subito un’ingiustizia, e la naturale reazione di trovare un colpevole per le proprie scelte sbagliate, si cerca disperatamente di incolpare un “terzo”.

Questo sentimento, questa frustrazione esiste perché è più semplice scaricare le colpe che assumersene le responsabilità, ma se da queste sensazioni negative, da questi spiacevoli eventi si riesce a trarne ogni volta un valido insegnamento, la via per il successo diventa passo dopo passo sempre più vicina e i mercati non saranno più nemici da combattere ma onde da cavalcare o meglio ancora compagni da salutare.

Nel trading capita spesso che la perdita venga consapevolmente rimossa, quasi un’onta da dimenticare, un affronto al nostro ego, alle nostre sicurezze, mentre dovrebbe essere uno sprone per capire come, perché e dove si è sbagliato.

Il trading non dovrebbe essere mai una gara a chi “indovina” di più una direzione, un prezzo, o che fa continue previsioni, il trader meteorologico docet!

Il trader professionista deve fare in modo che i guadagni siano regolari e le perdite piccole e il rischio sotto controllo, cercando di non avventurarsi in operazioni avventate o peggio ancora del tutto scellerate.

È chiaro che una perdita, anche se piccola, rappresenta un errore di timing, di strategia, di momentum, di money management, di mancanza di serenità ecc. ecc.

Sono varie le motivazioni o le scuse che si possono rincorrere.

Se ci sofferma a studiare e comprendere le motivazioni della nostra perdita è altamente probabile che non ripeteremo in futuro un errore simile, e anzi, avendone studiato le sue peculiarità saremmo più veloci nell’ identificare una possibile “copia” ed evitarlo con grande destrezza, velocita e disinvoltura, trasformando una perdita del passato in un ottimo insegnamento e un guadagno nel futuro.

Meglio rimanere lontani da quei personaggi che continuano a lodarsi delle loro performance passate, di operazioni stellari, di metodi miracolosi: del resto a parte la Gbinvesting avete mai visto qualcuno che ha fatto un corso dal titolo “Perdi, impara e sviluppati”?

D’altronde ognuno di noi è in grado di perdere in autonomia senza l’aiuto degli “esperti finanziari” che millantano in rete e inondano i social con sponsorizzate imbarazzanti per raccattare poveri sprovveduti in cerca del sacro Graal finanziario.

Poi ognuno è libero di decidere con la propria testa e scegliere i propri maestri e mentori, scegliere i diversi tipi di strumenti finanziari, ma se alle spalle si possiede una base di studio e di esperienza solida, sarà più agevole evitare le fregature e raggiungere una indipendenza finanziaria e una capacità di scelta fondamentali per non dilapidare il proprio gruzzoletto.

 

Alla prossima.

Biagio Spinelli

 

Prendo spunto dall’articolo di Biagio perché proprio in settimana ho preso un abbaglio su un’operazione che ritenevo eccellente ma che non ho approfondito appieno prima di metterla a mercato (errore non da me, per cui alquanto fastidioso riconoscerlo): all’apparenza sembrava un’operazione fantastica semplicemente perché mi sono limitato a guardare il worst of di un certificato (Telecom) e i possibili scenari mi permettevano una bella operazione, soprattutto didatticamente molto valida; peccato che come ho messo a mercato l’operazione mi sono accorto che il certificato era composto da 4 titoli (due assolutamente fuori da ogni pericolo) ma c’era un secondo titolo che inizialmente mi era proprio sfuggito che poteva rovinare il mio ragionamento iniziale.

Ecco questa operazione ora non so come finirà ma di sicuro non ci sarà in futuro un’operazione simile senza che prima non ci sia stato un controllo accurato degli altri sottostanti.

Vi aspetto al webinar di domani in cui presenterò come sempre qualche prodotto vecchio e nuovo ma uno in particolare mi piace molto come struttura; ci tengo a sottolineare che non sono bullish sul settore auto ma questa struttura è una delle migliori degli ultimi tempi per durata (18 mesi), barriere (50%)  e rendimento (24% annuo), con una struttura autocall decrescente mai vista, addirittura del 5% al mese, per cui penso che lo inserirò in portafoglio già domani, suo primo giorno di quotazione, incurante di quello che potranno fare i sottostanti (che comunque faranno strike lunedì sera), almeno fintanto che uno dei tre titoli non abbia perso almeno un 20% da strike.

Il recente aumento di capitale diluitivo (stile Saipem) ha portato ad un crollo delle quotazioni di Aston Martin del 90%, ma la presenza di soci forti come il fondo sovrano dell’Arabia Saudita ne hanno garantito il sostegno, tanto che negli ultimi mesi l’azione ha trovato un suo equilibrio.

Inoltre sembra sia in atto un rastrellamento delle azioni, la cinese Geely ad inizio anno ha incrementato la propria partecipazione, e in conseguenza di ciò Yew Tree ha investito altri 60 milioni di sterline in azioni Aston Martin e Stroll ha dichiarato: “ Come gruppo di investitori, condividiamo la ferma convinzione che Aston Martin sia sottovalutata e che, nonostante le recenti sfide della catena di fornitura, sia pronta a continuare la sua traiettoria di crescita nel settore automobilistico ad alte prestazioni di lusso. La nostra fiducia collettiva nel successo a medio e lungo termine dell’azienda è guidata dalla forza del portafoglio ordini, dall’entusiasmante portafoglio di nuovi prodotti che arriveranno sul mercato e dal livello globale della consapevolezza del marchio Aston Martin”.

Del resto già Yew Tree e Stroll hanno rifiutato un’offerta da 1,3 miliardi di sterline fatta dalla società italiana Invest Industrial, per cui ritengo che l’esserci più compratori alla finestra possa dare un buon margine di sicurezza anche in presenza di ulteriori trimestrali deboli.

Come avevo fatto con Credit Suisse, incurante dei commenti ironici su Facebook, quando ho inserito ben due certificati sia nel portafoglio virtuale che in quello del nostro servizio a pagamento (presi subito già a inizio dicembre) anche in questo caso confido nel titolo più debole dei 3, proprio Aston Martin, che sicuramente contribuisce non poco al rendimento straordinario del prodotto.

Anche in questo caso basterà solo un calo della volatilità sul titolo per far schizzare il prezzo del certificato senza particolari tappi al rialzo, avendo ben 6 cedole del 2% prima dell’autocall.

Phoenix Autocall with Memory on the worst of Aston Martin, Porsche and BMW | Cirdan Capital

 

E se non avete ancora fatto richiesta di iscrizione alla chat TA CERTIFICATES FREE mandateci una email a info@gbinvesting.com con il numero di telefono su cui avete attivato telegram richiedendone l’attivazione.

In meno di un mese ben oltre 1300 iscritti, l’obiettivo è di superare al più presto qualche migliaio di iscritti; nel panorama della formazione italiana sui certificati, solo il sottoscritto può scrivere quello che vuole, per cui gli Emittenti sono avvisati, le loro scorrettezze saranno ampiamente evidenziate così come i loro comportamenti virtuosi; l’obiettivo è avere un rapporto più equilibrato tra Emittente ed utente finale ed avere tanti lettori aumenta il nostro potere nei loro confronti.

 

Giovanni Borsi