12 Maggio 2017 Certificati

In questo articolo potrai capire perché siamo convinti che prendere spunti dal meglio esistente sia cosa buona e giusta ed è uno dei segreti del nostro successo.

Noi non abbiamo problemi a dar merito a chi crea innovazione prodotto, poi magari lo bacchettiamo se ne approfitta caricandolo di alte commissioni implicite, ma la struttura resta e segna un altro passo verso l’innovazione ed il miglioramento.

Del resto non è casuale aver scelto la copertina a forma di puzzle, a seconda di come combini insieme le variabili che determinano il prezzo del certificato puoi creare infinite combinazioni e a volte gli strutturatori hanno nuove idee estremamente interessanti, che, qualora trovino un buon riscontro sul mercato, verranno sicuramente copiate dagli altri nel giro di qualche mese: e l’utente finale ne può avere solo benefici, perché il prodotto passa dall’essere un’esclusiva di un singolo Emittente all’essere in mano a più Emittenti in concorrenza tra loro.

Se fino a ieri copiare era considerata una pratica vergognosa, oggi c’è una scuola di pensiero che la ritiene addirittura un’“arte”, nonché una dimostrazione di ammirazione nei confronti dell’oggetto imitato.  L’industria finanziaria non è immune da queste dinamiche, anzi, c’è un copia-incolla dietro le quinte per chi sa leggere questo “linguaggio” che è peggio di Beautiful.

Circoscrivendo il discorso al tema a noi tanto caro dei certificates, è ovvio che ogni Emittente studi e proponga sempre nuovi prodotti, anche perché ci sono i contest anche qua e quindi bisogna farsi venire idee brillanti per primeggiare e cercare di restare sulla cresta dell’onda.

Poi tante volte cambiano solo il nome o qualche caratteristica qua e là e la sostanza cambia ben poco, ma fa parte del gioco e l’atmosfera che aleggia attorno a questi strumenti si presta bene a creare confusione e, nella confusione, un bel titolo può fare scalpore anche se tante volte è “tutto fumo e niente arrosto”…

Pensate solo che le vecchie obbligazioni strutturate erano in fondo molto simili agli attuali certificati di investimento agli occhi del pubblico.

La creatività finanziaria, alimentata da un ego spropositato, non ama la trasparenza e sguazza nell’ignoranza del risparmiatore (ricordo che siamo uno dei paesi con la più bassa cultura finanziaria), così da potergli rifilare prodotti complessi, con l’illusione di grandi rendimenti, se confrontati con le tradizionali obbligazioni, ma nascondendo ad arte i propri guadagni e soprattutto senza illustrare a modo i rischi del prodotto.

Gli stessi certificati di investimento sono chiamati in maniera diversa dai vari Emittenti… della serie… “Facciamo in modo che il pubblico abbia poche idee, ma confuse”!

Il sistema in crescita portentosa dei certificates è terreno fertilissimo per queste competizioni tra gli strutturatori: lo strumento è relativamente recente e nonostante la sua crescita vertiginosa, ha ancora tantissima strada da fare davanti a sè, quindi è naturale che ogni operatore sia in fibrillazione per creare strutture sempre più performanti e possibilmente desideri arrivarci PER PRIMO.

Io stesso, da trader della “vecchia guardia”, sono orientato al risultato e la competizione mi accende e quindi sono un segugio a vedere che tipo di strumenti vengono emessi sul mercato.

È un continuo confronto virtuale da cui di fatto nasce il progresso ed il miglioramento.