“Vignetta tratta da Bankarate, libro che tutti dovrebbero leggere più volte, penso che Bmps a certi risparmiatori ha tolto ben più di un braccio, per cui evitiamo di ripetere certi errori”
Parte domani 17 ottobre 2022 l’ennesimo aumento di capitale, il settimo per la precisione in 14 anni, dell’istituto bancario più antico del mondo, Banca Monte dei Paschi di Siena, nata nel 1472 (ovvero 20 anni prima che Colombo per sbaglio scoprisse l’America) con il nome di “Monte di Pietà o Monte Pio” con lo scopo di aiutare le classi più disagiate della popolazione senese in un momento economico e storico particolarmente complicato per l’economia locale.
Oggi invece, per i suoi azionisti, assume sempre di più le sembianze di un enorme buco nero senza fine.
La banca ha bruciato dal 2008 la bellezza di 30 miliardi di euro, tra aumenti di capitale e contributi pubblici erogati, si avete letto bene 30 miliardi, l’equivalente di circa 60000 milioni delle vecchie lire, praticamente una legge di bilancio dello stato Italiano.
La gestione disastrosa di Bmps ha avuto inizio con la scellerata acquisizione di Banca Antonveneta, pagata 9 miliardi euro, quasi 3 miliardi in più dell’importo pagato dal gruppo olandese ABN Amro.
L’allora presidente della banca senese, Giuseppe Mussari, ammise davanti ai giudici con una superficialità gelida e imbarazzante di non sapere come si svilupparono le trattative per l’acquisizione. Emilio Botin, capo del Banco Santander, la controparte, dichiarò ai magistrati senesi che non ci furono riunioni per negoziare la vendita di Antonveneta, e che in nessun momento Mussari gli spiegò quale fosse il suo interesse per l’acquisizione di Antonveneta, ma il “deal” avvenne per telefono, dopo due o tre chiamate!
In seguito, dai verbali, emersero dettagli perfino peggiori, senza alcuna analisi dei costi, senza due diligence, nessun controllo, manager che non parlavano inglese, un quadro imbarazzante, grottesco, come spesso accade nell’Italia che funziona al contrario; addirittura qualche anno dopo lo stesso Mussari venne premiato, diventando il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) con voto UNANIME del Consiglio!
Tutta l’operazione avallata colpevolmente dalla classe dirigente politica di allora, la banca da sempre ha un chiaro orientamento politico, legata storicamente alla sinistra, PCI-PDS-DS e per ultimo il PD, e da chi avrebbe dovuto controllore e vigilare, Bankitalia in primis e l’allora governatore Mario Draghi, il migliore dei migliori, che permise all’allora presidente di spendere 9 miliardi più i 7 di debiti in pancia ad Antonveneta con la stessa leggerezza con la quale si permette ad un bambino di comprare una goleador…
Per rimediare al “guaio finanziario”, i vari manager che si sono avvicendati hanno commesso una sequela di errori macroscopici che in pochi anni hanno disintegrato il valore dell’Istituto bancario più longevo al mondo:
Primo aumento di capitale da 5 miliardi, più il cosiddetto bond fresh 2008, un’obbligazione subordinata di 2,2 miliardi ed altri 2 miliardi di debiti con un pool di banche, poi arrivano i Tremonti bonds nel 2011 e a pochi mesi di distanza un altro aumento di capitale per ripagarli in parte, poi arrivano i Monti bond e nel 2014 di nuovo, aumento di capitale da 5 miliardi per rimborsarli, bond che erano stati sottoscritti per rimborsare i Tremonti bond, poi ci si mette la cattiva ed integerrima Bce, che impone una nuova ricapitalizzazione da 3 miliardi, a questo punto si rende necessario l’intervento dello stato che diventa il primo azionista con 64,32% con un investimento diretto di 5,4 miliardi, soldi nostri, della collettività che si volatilizzano in un men che non si dica, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il CDA di Banca Monte Paschi di Siena fissa i termini del nuovo aumento di capitale da 2,5 miliardi, prezzo a 2 euro e concambio iper diluitivo, 374 nuove azioni ogni 3 in circolazione, il mercato la prende bene… – 61% in poche ore di contrattazioni!
Si passa velocemente da una quotazione di 27 euro di giovedì 13 ottobre ad una chiusura di 9,90 euro nell’ultimo giorno prima della partenza dell’aumento.
Un collasso per chi ancora credeva o sperava nel recupero, purtroppo è facile prevedere che le quotazioni si allineeranno al prezzo deciso dal consiglio di amministrazione di Mps di 2 euro.
L’operazione è qualificata come fortemente diluitiva, pertanto verrà applicato il modello rolling, che prevede la consegna immediata delle azioni a seguito della sottoscrizione dei diritti, per evitare anomalie di prezzo, tipiche di queste operazioni straordinarie.
Di buono c’è che almeno non saremo costretti a sentire in tv o leggeremo sui quotidiani “castronerie” del tipo, vola l’azione del 30%, quando di fatto il vero valore è riversato sul diritto che magari perde il 50%, cosi come è accaduto nel recentissimo aumento di capitale di Saipem: in questo modo si eviterà a ignari o sprovveduti risparmiatori di comprare il titolo a 7 o 8 euro perdendo in pochi giorni il 60-70% del proprio investimento.
Al peggio però si sa non c’è mai fine….
Tabella con le parità matematiche del diritto:
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