C’è chi dice che ottobre è il mese per comprare: di sicuro occorre guardare bene i bilanci delle aziende e capire prima di tutto quando mi conviene vendere un vecchio certificato e soprattutto se mi conviene:
- Fare uno switch classico cercando un certificato sullo stesso sottostante ma con barriere più lontane
- Metterci una pietra sopra evitando di intestardirsi sul medesimo sottostante, se questo non offre una solidità patrimoniale e un’aspettativa quanto meno di tenuta dei prezzi
In primis bisognerebbe capire che un certificato va venduto molto prima di arrivare in vicinanza della barriera; solitamente un certificato con barriere al 50% se ha un titolo sotto del 20% non può aver perso il 20% (salvo non sia stato emesso in un momento di volatilità molto bassa, o sia stato emesso con caricamenti eccessivi o abbia staccato un maxicoupon): spesso vediamo certificati che perdono molto meno della metà di quanto abbia perso il worst of.
Quando poi la discesa del worst of prosegue si può notare che la perdita di valore del certificato (delta) tende sempre più ad avvicinarsi alla perdita del sottostante peggiore.
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Purtroppo la stragrande maggioranza di chi investe in certificato non coglie queste sfumature e si attacca alla speranza di vedere risalire il titolo worst of o (peggio ancora) confida nella lunga scadenza per avere più chance di recupero.
Morale: la quasi totalità delle persone non interviene per tempo ed ora che la perdita si fa dolorosa e che comincia a mancare il sostegno delle cedole si trova con una buona percentuale del portafoglio ingessata.
Ricordiamo sempre che il flusso cedolare è importantissimo, ma ancor di più lo è il valore del tempo, ossia quanto il certificato guadagna col solo trascorrere del tempo, non è importante che paghi le cedole (può anche essere un bonus) ma che si rivaluti velocemente col solo trascorrere del tempo.
Inoltre le scadenze più sono brevi e meno subiscono l’effetto volatilità (la volatilità delle opzioni si azzera a scadenza) per cui credere che le scadenze lontane consentano di avere più possibilità di vedere poi una risalita dei prezzi porta a prendersi un rischio aggiuntivo perché una eventuale impennata della volatilità affosserebbe molto di più il prezzo del certificato che ha scadenza più lontana.
Molti risparmiatori/ investitori sono disorientati perché è la prima volta che stanno sperimentando sulla propria pelle e sul proprio capitale, economico e psicologico, che in borsa nessun pasto è gratis e che senza un’adeguata preparazione e conoscenza finanziaria anche anni di cospicui guadagni possono trasformarsi in un periodo relativamente breve, in colossali e sonore perdite.
Vediamo ora qualche sottostante che vedo in tanti portafogli:
Alibaba – Nio – Pinduoduo – Baidu: non se ne salva uno; direi che questi titoli sono da evitare fintanto che non rientreranno gli attriti tra Cina e Usa, chi possiede questi titoli probabilmente preferisce vendere (gli Adr sul mercato Usa) per non rischiare che ne congelino le quotazioni. Di conseguenza è sconsigliabile rimanere investiti su questi titoli: io avevo solo un certificato su Alibaba, il DE000HR9FZR2 e lo ho venduto quando ancora la barriera era lontana il 3 gennaio 2022 (questo il mio messaggio telegram: DE000HR9FZR2: ho eliminato anche questo certificato; 4 pezzi me li avevano fatti prima che aprisse Wall street a 823 e 6 ora venduti al Market Maker a 816.90; ora ho decisamente accorciato la duration media) e quando probabilmente molti di voi ancora pensavano che le barriere fossero sufficientemente lontane; ma se avete letto bene il messaggio non mi faceva paura Alibaba ma volevo accorciare la duration per via che la volatilità era bassa ed il rischio che aumentasse era abbastanza elevato.
Stesso discorso vale sul tech americano che era arrivato a quotazioni folli ed ora è penalizzato anche dall’andamento dei tassi di interesse; titoli su cui è difficile capire come saranno i prossimi bilanci come Virgin Galactic, Roblox, Jumia, Snap, Palantir, Beyond, Zoom direi che è meglio non averli in portafoglio.
Personalmente i certificati su questi titoli non possiamo neanche definirli certificati di investimento: meglio agire direttamente sul titolo oppure con dei mordi e fuggi in caso di inefficienze da parte del Market Maker (ritardo nell’aggiornamento del prezzo in occasione di impennate del titolo, che con questi ribassi prima o poi arriverà).
Il mood di fondo è cambiato, quelle improvvise e spettacolari inversioni a V sono solo nei ricordi e nell’immaginario collettivo, di chi usava il Buy the Dip come un mantra ed esclusiva strategia operativa, ed ora ha solo prodotti scoppiati in portafoglio!
Valutare, confrontare ed effettuare un cambio su altri certificati con sottostanti anche diversi (perché certe aziende sono da evitare come la peste) e con caratteristiche migliorative (barriere più profonde, strike migliori, scadenze più lunghe) dovrebbe essere un’azione automatica da eseguire ogni qualvolta se ne presentano le condizioni.
Prendiamo ad esempio alcuni titoli, molto presenti in tanti portafogli, che invece potrebbero essere mantenuti effettuando uno switch su strumenti nuovi, che assicurano una difesa maggiore (barriere ancora inviolate o addirittura nuove emissioni con barriere al 40 o 50%) che assicurano cedole molto più generose grazie alle mutate condizioni borsistiche.
ENEL: è stato il titolo italiano a maggiore capitalizzazione e leader mondiale della sua categoria, potrebbe aver raggiunto un livello di prezzo tale da poter pensare che barriere nuove in area 3€ o anche più basse possano essere sufficienti.
Il mio preferito per degli switch è senz’altro questo:
IT0006752239 Phoenix Memory Maxicoupon div.adj. su basket di titoli italiani scadenza 2027, emesso da Smart ETN
Dal 21 ottobre quoterà ex cedola per cui costerà meno di 700 e a novembre con l’ultima maxicedola dell’11% è ipotizzabile vederlo anche a 550-580, il prodotto è estremamente reattivo (personalmente ci ho già fatto un giro del 7%) per cui si presta a questo tipo di switch.
Eviterei tutti quei prodotti vicini a 1000, anche con buone cedole (oggi si arriva anche al 2% mese con barriere al 60%) perché in caso di strappi rialzisti si prenderebbero solo le cedole ed il rimborso del capitale, perdendo l’opportunità di recuperare la perdita sul vecchio certificato.
TELECOM: sicuramente è un carrozzone però piuttosto che tenere un certificato che non mi paga cedole e che tendenzialmente scenderà di prezzo qualora Telecom non dovesse risalire, preferisco di gran lunga uno switch, anche se il prodotto che più mi piace ora lo si compra sopra la pari, ma comunque non prevede l’autocall almeno per 3 mesi e francamente con questa borsa penso sia poco probabile l’autocall.
IT0006753021 Phoenix memory su Telecom, Zalando e ArcelorMittal scadenza 2024, emesso da SmartEtn
Il bello del certificato sta nelle barriere ultradifensive (40%) e nella scadenza a soli 18 mesi: in caso fallisca l’autocall ed il certificato pagasse tutte le cedole si otterrebbero 42 punti in 18 mesi a cui detrarre il costo sopra la pari (qualora non scendesse nei prossimi giorni); magari non riuscirò a recuperare tutte le perdite del prodotto scoppiato che sarò andato a vendere ma a volte è meglio fare le cose a gradi, l’importanza è rimettersi in carreggiata.
VARTA: il titolo ha sofferto molto e dopo l’ultima botta ricevuta a seguito dei maggiori costi di produzione (che già si potevano ampiamente prevedere) si sta stabilizzando; parliamo di una società leader del suo settore, tornata a valori pre boom legato alle auto elettriche, per cui può avere un senso rimanere investiti con un buon certificato.
In questo caso ne ho trovati due che hanno fatto strike recenti:
IT0006753013 Fixed cash collect su Varta, Stellantis, Volkswagen scadenza 2025, emesso da SmartEtn
Questo è un fixed a 3 anni per cui ha la certezza di incassare 42 punti di cedole e poi si vedrà tra tre anni se le barriere avranno tenuto e ci verrà rimborsato il capitale.
DE000VV61QB3 Phoenix memory step down su Plug Power e Varta scadenza 2024, emesso da Vontobel
Questo certificato ha anche Plug, che contribuisce ad aumentarne il rendimento, costa 87-88 (worst of a circa -20%) ed ha un rendimento stellare (oltre il 50% annuo) e la barriera a scadenza (solo 18 mesi) posta al 50% dei valori iniziali (ora il worst of dista il 33% dalla barriera).
Potrei andare avanti su altri titoli che ritengo possano ancora meritare di rimanere in portafoglio come Meta o Nvidia, chi volesse approfondire la propria situazione e vedere se e come fare determinati switch per sistemare il proprio portafoglio nel giro di un paio di mesi può mandarci una email (info@gbinvesting.com) e sarà prontamente contattato .
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