Repetita iuvant: occasionissima bond governativi
Piazza Affari chiude un consuntivo settimanale a +1,53% con il MIB40 che segna 28.200 sorretto dalla corale forza del settore petrolifero. Infatti, tra i titoli migliori del listino principale svetta Saipem a +8% seguita da Tenaris a +7,7% ma è il peso di Eni che incide maggiormente per capitalizzazione a contribuire positivamente con quasi il 6% permettendo almeno per ora di non scivolare più in basso. Leonardo (+7,88%) continua l’arrampicata per la caratteristica tipica di fornitore di armi da guerra a cui si aggiunge Stellantis con una performance del +4,62% soprattutto perchè seconda per capitalizzazione! In settimana si è vista realizzare la tanta agognata reazione dai minimi da parte delle quotazioni obbligazionarie e relativa inversione al ribasso della curva dei rendimenti, che sia un principio di fly to quality come era uso e consuetudine tanti anni fa è prematuro.
Addirittura non è da escludere che si potrebbe convivere con questo nuovo paradigma: veder oscillare da qui in avanti una convivenza di rendimenti in relazione quasi diretta tra indici azionari e obbligazionari, fintanto che le aspettative delle economie non diano segni che gli equilibri attuali prezzino a quotazioni non coerenti con i rischi assunti. Quest’ultimo concetto, seppur all’apparenza banale, è il fondamento su cui si basano gli investitori che hanno visioni di lungo periodo ed enormi masse di denaro da collocare, al contrario dei trader che hanno agilità di intervento in brevi lassi di tempo e possono entrare ed uscire senza influire sui book di negoziazione. Pertanto, oggi più che mai diventa sorvegliato speciale il comparto obbligazionario (repetita iuvant) che fa gola soprattutto ai fondi pensione, basti pensare al drammatico periodo dei tassi negativi o prossimi allo zero che pagavano i bond governativi fino ad un paio di anni fa, era un suicidio programmato, ma si ripeteva: there is no alternative!
Ecco, oggi l’alternativa c’è ed è ben remunerata, quindi meglio non farsi abbindolare dalle cassandre che prevedono disastri, tanto fasciarsi la testa prima del tempo non ha mai pagato, sarebbe come assicurarsi contro qualsiasi evento, non servirebbe a nulla. Eliminare il rischio è una pratica tipica della mentalità italiana, al contrario della mentalità anglosassone, una via di mezzo è sicuramente la prudenza greca che permette di mettere in gioco le abilità di osservazione per setacciare il giusto compromesso remunerativo in relazione al rischio/rendimento. In conclusione, un portafoglio ideale vedrebbe bene una rinnovata dominanza di concentrazione obbligazionaria affiancata ad una strategia opzionaria (GB Investing è all’uopo focalizzato con i suoi servizi) su indici azionari o strumenti rappresentativi di essa, Etf o certificati, a cui dedicare gli interessi rivenienti dall’asset obbligazionario. Mal che vada il capitale è preservato, ma con ottime possibilità di ottenere rendimenti di tutto rispetto.
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