Ho scoperto che mia figlia, come penso molti altri under 40 o 50, non sanno cos’era il “Borsino”. Agli inizi degli anni 90, questo era un luogo, una sorta di salotto all’interno di una Banca, dove si riunivano gli appassionati di Borsa prima che arrivasse internet, e dove io, che gestivo il borsino della banca, passavo giornate a parlare con i clienti che ogni tanto tra una chiacchiera e l’altra decidevano di comprare questo o quel titolo. Oggi non esistono più, ci sono le chat o i forum.
Questo appuntamento settimanale della GB Investing vuole essere un po’ quello che mi verrebbe da dire a questi vecchi clienti al mattino del lunedì quando si andava a prendere il caffè.
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Piazza Affari silenzia pure il “gobbo”
Consuntivo settimanale da primato per il protrarsi del rialzo, Piazza Affari sembra una locomotiva inarrestabile, frantuma record consecutivi probabilmente mai visti prima d’ora, tanto che il MIB40 aggiunge +1,77% e raggiunge la strabiliante performance da inizio anno del +17%! Considerati i generosi dividendi staccati dall’inizio del 2022 quando tocco’ i nuovi massimi ultra decennali sopra 28.000 si può affermare che sono già stati superati.
Con probabilità prossima al 100% una simile previsione azzardata non più tardi di fine 2022 sarebbe stata tacciata sul nascere, anzi peggio, schernita da chiunque, ma come si conviene nelle migliori scene ad effetto, ecco che Piazza Affari silenzia pure il “gobbo”: il “gobbo” è il suggeritore scenico e traslato nell’ambito dei mercati finanziari corrisponde a tutta la narrativa che ogni giorno inonda gli ascoltatori interessati ai propri investimenti e prova a motivare e prevedere sprecando fiumi d’inchiostro e di parole senza portare alcun vantaggio.
Se in USA non riescono a provocare disoccupazione per raffreddare l’inflazione, il mainstream economico finanziario avrebbe già risolto a monte il problema, solo chiacchiere e distintivo per di più fuorvianti e distorte. Tornando all’esuberanza borsistica domestica, hanno continuato a contribuire al rialzo alcuni bancari (Bper +9% e Unicredit +4%) oltre a Pirelli, Telecom e Leonardo tutti intorno al +6% calmierati dai peggiori che questa settimana sono stati Saipem (-6%) Eni (-3%) ed Enel (-1%).
Cosa aspettarsi a breve e medio periodo sarebbe passibile di smentita in qualsiasi momento se si usasse il buon senso e una statistica oggettiva, pertanto un azzardo farebbe propendere per un rallentamento più o meno severo delle quotazioni, specie sui titoli che hanno corso all’impazzata, ma non c’è ancora il panic buying che decreterebbe un sell off improvviso ed incisivo. Il segnale più lineare e coerente tra gli asset finanziari l’ha concesso l’obbligazionario che ha ripreso a salire in termini di rendimento e scendere conseguentemente di quotazione, infatti l’inflazione resiliente (quasi un ossimoro) ha lasciato aperta l’intenzione delle banche centrali di pianificare ulteriori rialzi dei tassi, anziché considerare un taglio per fine anno.
Non possono e non devono, proprio loro che sono nella stanza dei bottoni, dare adito a dubbi sulla credibilità e fermezza d’intenti per combattere l’inflazione, anche se risultasse malauguratamente improprio l’approccio ulteriormente aggressivo di inasprimento dei tassi. Basti pensare che la maggior parte degli americani vive di debiti perenni, quindi mutuo per la casa e carte revolving a gogo per qualsiasi cosa, pertanto è concreto il rischio di mandare in tilt il sistema debitorio a tassi d’interesse insostenibili se protratti a lungo. Probabilmente la fantomatica recessione indotta che tutti erano pronti ad affrontare in questo inizio 2023 potrebbe essere solo rimandata e si spera sotto controllo!