16 Aprile 2023 Borsino

Piazza Affari guarda al bicchiere mezzo pieno

Piazza Affari archivia una settimana a +2,42% di nuovo a un soffio dai massimi di breve, medio e lungo periodo, lasciando intendere che l’interpretazione dei dati che provengono dall’economia reale propende per una visione del bicchiere mezzo pieno. Difatti, il MIB40 si riporta in area 28.000 ed ogni elucubrazione che tenti di abbozzare una previsione diventa un esercizio opinabile, per non dire distorsivo, della percezione da cui districarsi e adeguarsi alle reali dinamiche di mercato.

Da inizio anno, considerati gli stacchi dividendi, la performance tende al +20% e neppure il più illuso ottimista mai avrebbe immaginato uno scenario borsistico così promettente e, nonostante tutte le cassandre economiche occorse, allo stato attuale chi si fosse ostinato ad andare controtrend avrebbe rischiato grosso. Pertanto, ogni tentativo di veggenza o statistica non deve mai essere considerata assiomatica, bensì un tentativo di ricerca della probabilità più favorevole per i propri investimenti, pianificando profilo di rischio e orizzonte temporale.

 

 

A dimostrazione di ciò si evidenziano considerazioni fallaci nella maggior parte dei casi di analisi tecnica e fondamentale, invalidate sempre più spesso dall’intervento preponderante degli algoritmi superveloci e, non di meno, dalle manovre monetarie delle banche centrali. Significativi sono stati i recuperi del settore bancario, che continua a dimostrare solidità relativa maggiore nel panorama internazionale (italiani, popolo di risparmiatori… a torto o ragione, questa è la motivazione più argomentata).

Unicredit e Bper a +6% ma rientra nel girone delle Blue Chips anche il redivivo MPS, miglior titolo della settimana a +9,25% che dopo aver fatto purgare le peggiori malefatte politiche ai depauperati azionisti reduci da circa 30 miliardi di adc inceneriti ed obbligazionisti (6 miliardi convertiti e andati in fumo, sapevatelo!) potrebbe sorprendere positivamente in futuro.

Altro titolo che corre forte, contrariamente alle avvisaglie recessive che non farebbero bene al suo core-business, è Stellantis che con un +5,64% settimanale si porta a +29,40% da inizio anno. Mollano la presa invece le utilities ed Enel, la maggiore per capitalizzazione, si prende una pausa segnando un -2,41% dopo aver recuperato i 6 euro dalla caduta a 4 euro dello scorso anno. L’obbligazionario “vorrebbe, ma non può” nel senso che vorrebbe spiccare il recupero delle quotazioni depresse, e relativa inversione dei rendimenti al ribasso, ma è ancora prematuro, deducendo che il deflusso di liquidità dall’azionario non avviene a favore del fly to quality, ovverosia verso investimenti certi dei bond governativi.

L’oro ruba la scena scavallando i 2.000$ fino a lambire un doppio massimo storico per poi stornare forte l’ultima ottava di quasi il -2% mentre il Bitcoin torna a far sognare i possessori riconquistando l’area sopra i 30.000$. Il petrolio non riconosce le avvisaglie di prossima recessione economica e riprende abbondantemente 82$ così come di gran lena l’Euro è lì per riprende gli 1,11 contro $ confermando l’aspettativa futura di delta tasso a favore dell’area Euro.

 

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