5 Marzo 2023 Borsino

Piazza Affari di nuovo sui massimi

Piazza Affari segna una settimana di recupero degno di nota, tanto che con +3,11% il future, seguendo la salita dei mercati americani, chiude alle 22 nei pressi dei 28.000.

E’ inspiegabile, ma non per questo bisogna insistere a pretendere che il mercato faccia quello che i trader si aspettano, è vitale atteggiarsi con le vesti del camaleonte, da sempre fregio di Gbinvesting che ne fa un cavallo di battaglia per sopravvivere alle bizzarrie dei mercati finanziari.

Le opinioni e le ragioni stanno a zero, quello che conta è il risultato finale, il mercato ha sempre ragione, prima ci si adegua meglio è e visto che la maggior parte dei trader perde, occorre fare un bel bagno di umiltà e accettare questa statistica per nulla promettente, a prescindere!

Un argomento molto dibattuto in questo periodo è quello relativo all’asset obbligazionario che sta cercando un bottom di prezzo e un relativo top di rendimento, il cosiddetto pivot, ma che è difficile da identificare.

Scartata l’illusione di intercettare questo target, mero esercizio di stile, peraltro inutile dato che ha obiettivi d’investimento di lungo periodo, ha come complicanza l’azione al momento poco soddisfacente ed efficace delle banche centrali che non riscontrano ancora gli effetti di abbassare l’inflazione e aumentare i disoccupati (soprattutto in USA).

Se poi si considera l’aggravante che, in ossequio alla letteratura classica dei cicli economici, il bottom dell’obbligazionario anticipa di 6 mesi quello azionario, si deduce che gli asset di rischio hanno le caviglie puntate dalla concorrenza del rendimento certo dei bond governativi.
In prospettiva si può stimare, ma molto a braccia larghe, che l’azionario non abbia ancora molto da esprimere al rialzo per convincere a rimanerci investiti nel breve periodo.

Nell’ultimo anno le dissonanze si sprecano, Europa con la guerra e la crisi energetica più performante degli USA, Euro/$ che si muove di 5 figure al mese a dispetto dei dati economici e delle politiche monetarie delle rispettive banche centrali, oro che un anno fa era pietoso per la concorrenza dei tassi in salita e oggi viaggia a quotazioni più elevate, 1.850$ di questi giorni, con un massimo quasi a 2.000$ il mese scorso, rispetto ai minimi dello scorso anno a 1.650$ oltre al petrolio che non molla l’osso e sta riprendendo quota 80$ con intenzione di superarla.

Un’idea recondita di fondo lascia il sospetto che lo zampino degli HFT abbia una grossa influenza sull’andamento degli asset finanziari, tali per cui si creino distorsioni che alimentano altre distorsioni, in un circolo vizioso, quindi è raccomandabile di non prendere sottogamba e scartare sia esplosioni al rialzo che al ribasso in qualsiasi momento.
Ora il MIB40 è pronto alla rottura, ma i trader saranno pronti a prenderle o a darle?!

 

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