3 Luglio 2023 Borsino

Piazza Affari chiude il semestre in bellezza

 

Settimana col botto a Piazza Affari, consuntivo positivo a +3,75% sui massimi dell’anno, con il MIB40 che supera ogni più rosea aspettativa, raggiungendo quota 28.200 e archiviando un rendimento semestrale superiore al +20%! In pratica, si sta assistendo ad una rottura di massimi che non si vedevano da un sacco di anni se si considera che l’indice rappresentativo delle 40 società a maggior capitalizzazione del mercato azionario nostrano stacca lauti dividendi, concentrati perlopiù nel primo semestre. Infatti, se si considerasse il rendimento composto dell’indice MIB40 total return (reinvestendo i dividendi anno su anno) il risultato raggiunto sarebbe il nuovo massimo storico, aggiornato ripetutamente, udite udite, dall’inizio del 2023! 

 

 

La situazione è a dir poco paradossale perchè l’indice è snobbato e schernito praticamente dalla totalità degli investitori e per tale ragione questa rubrica si fregia almeno di commemorare il valoroso, quanto dimenticato, indice finanziario italico (in qualche modo ci sarà occasione di ritornare sull’argomento, stay tuned!). Il contesto in cui si sta palesando la forza del MIB40 è tutto fuorchè aderente alla realtà corrente e allo stato di salute del tessuto sociale ed economico che ci appare davanti agli occhi. L’argomento è molto delicato e complesso, cionondimeno stimolante per una riflessione riconducibile al principio di Pareto, proprio per il fatto che alla condizione a tinte fosche della maggioranza degli italiani (80%) fa da contraltare l’agiatezza della minoranza della popolazione (20%) quindi la percezione dell’andamento economico medio è distorta da quella derivante dall’andamento finanziario.

Un detto recita all’uopo: “Soldi fanno soldi e pidocchi fanno pidocchi” sicchè chi ha soldi da investire sui mercati finanziari ha ritorni importanti di cui i bot people hanno reminescenze di un lontano passato, quando Pareto era meno aderente alla realtà (andava meglio quando stavamo peggio). Dando uno sguardo agli andamenti dei singoli titoli, è doveroso fare un bilancio semestrale per individuare dove sono confluiti i capitali e dove sono stati drenati: migliori in ordine di performance sono Unicredit (+60%) Ferrari (+50%) Iveco (+48%) Bper (+45%) STM (+38%) A2A (+34%) mentre peggiori Diasorin (-27%) Fineco (-21%) Tenaris (-16%) Cnh (-12%) Erg (-7%) Azimut (-6%). Si deduce l’evidente surclassamento delle banche tradizionali avvantaggiate dal rialzo dei tassi (il core business caratteristico) in contrapposizione alle difficoltà accusate dal settore del risparmio gestito, oltre a Ferrari, titolo del lusso made in Italy che raggiunge i massimi storici ed i semiconduttori assieme all’utility ad alto contenuto tecnologico controbilanciati dai sofferenti petroliferi, meno incidenti per capitalizzazione rispetto ad Eni (-1%). Diasorin chiude la classifica come una stella cadente, salita agli onori della cronaca ai tempi bui pandemici.

 

Per rimanere aggiornato puoi sempre seguirci anche sui canali Instagram, Facebook e LinkedIn o iscriverti alla newsletter ottenendo diversi servizi in omaggio.

VOGLIO ISCRIVERMI ALLA NEWSLETTER