MIB40 -1,5% Telecom -10% e MPS +8%
Il fermo immagine di questa settimana esprime inequivocabilmente che è in corso la caccia ai settori e alle relative società che in un modo o nell’altro hanno più chance di correre meglio di altre da qui a conclusione di un 2023 strepitoso e probabilmente irripetibile. Non sempre il coltello che cade è da evitare, specie se gli scenari favoriscono un cambiamento significativo delle prospettive per alcuni titoli con fondamentali e redditività profondamente cambiati. Due titoli estremamente esemplari sono, in peggio Telecom e in meglio MPS: mentre la prima ha avuto una fiammata esogena per la solita solfa di KKR, che per l’ennesima volta si dimostra un fuoco di paglia, la seconda ha davanti a se una prateria, perchè paradossalmente se si è fumata circa una trentina di miliardi di capitali a discapito di sventurati investitori, meglio dire sprovveduti, oggi è una società risanata a tutti gli effetti.
Pertanto, mentre Telecom è un carrozzone affossato da una dote di debito monster che non riuscirà mai a scrollarsi di dosso, Mps è leggiadra come non mai e con una prospettiva di crescita degli utili che la renderà una cenerentola corteggiata nel panorama bancario, ancor più per il fatto che il Tesoro dovrà uscire definitivamente, liquidando la partecipazione come richiesto dall’UE. Più in generale il MIB40 inizia male ottobre con un negativo del -1,5% scendendo a picco fin sotto 27.200 per recuperare con un colpo di reni venerdì dopo i dati USA (Nfp) recuperando in chiusura i 27.800 e riducendo parecchio la performance a consuntivo di una settimana molto compromessa.
Tra i titoli sugli scudi, ottimi Banco Bpm e Ferrari che YTD performano +43% mentre Leonardo sopra tutti con YTD del +60% in settimana perde -5%. Spicca tra i peggiori Fineco che con -5,5% settimanale incrementa la peggior performance YTD -30% e questo dato deve far riflettere perchè è sintomatico che gli investitori non ne vogliono sapere di lasciare i loro risparmi sui conti con le offerte irrinunciabili che si presentano sul mercato della liquidità o dell’obbligazionario a breve termine (fuga di capitali e redditività compromessa possono bastare come ragioni per venderla?!). Gli obbligazionari sembrano in rotta di collisione con un iceberg che non si vede all’orizzonte, ma attanaglia persino le notti dei più impavidi speculatori, il petrolio rientra del 10% rapidamente a 83$ più consono alle aspettative di riduzione dei consumi energetici, crolla l’oro fin verso i 1.800$ e l’Euro/$ staziona a 1,05 strapazzato e con prospettive di ulteriore indebolimento. Il Bitcoin, unico rinvigorito in questa situazione molto incerta e complicata da inquadrare, prova a riprendere i 28.000$.
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