L’argomento inflazione è ormai inflazionato
Qualche presa di beneficio è arrivata a Piazza Affari, è il caso di dire salutare, perchè non può sempre correre al rialzo, è una maratona, non una gara di velocità, necessita di tappe, come i campi base che gli sherpa conoscono bene essere rigenerativi per proseguire verso cime sempre più sfidanti. Il consuntivo settimanale è negativo del -1,60% con osservazione che nella lista dei titoli peggiori questa settimana non rientra alcun titolo appartenente ai big 10 per capitalizzazione e questo è un ulteriore elemento che conferma quanto mantengano salde le posizioni i grossi operatori. Si scopre ancora una volta il forte interesse del listino milanese a dispetto della seppur piccola capitalizzazione se confrontata con i mastodontici indici mondiali, proprio perchè nella botte piccola c’è il vino buono e l’Italia è leader di qualità anche in questo.
Il MIB40 segna nuovi massimi il primo giorno operativo di luglio sopra 28.400 per poi ripiegare di 1.000 punti secchi e recuperare sul finale dell’ultima ottava area 27.800 formando per ora un pullback dal livello di 27.400 che sembra fare da supporto, riconosciuto importante per reggere la struttura rialzista. Rosso abbastanza diffuso nella lista delle 40 blue chips, con Amplifon (-10%) e Interpump (-6%) a guidare i peggiori mentre spiccano tra i migliori della settimana Saipem (+14,5%) e Nexi (+6%). Quest’ultima è candidata a diventare osservata speciale in quanto ha visto oscillare le sue quotazioni dal collocamento nel 2019 a 9 euro circa per poi raggiungere i massimi nel 2021 in area 19 euro e scendere incessantemente fin sotto 7 euro (minimo storico a 6,80) il mese scorso. Sarà la prossima Iveco oppure sarà destinata ad una fine infausta?
Sicuramente a questi livelli, ancor meglio uno scavallamento degli 8 euro, sarebbe un buon segno di voler lasciare alle spalle un crollo deludente per gli azionisti che ancora le detengono, che credono nel business dei pagamenti digitali e non riescono a spiegarsi il motivo di questa debacle. Ovviamente la spiegazione la si da sempre dopo, ma puntando una fiche su questa società probabilmente una piccola soddisfazione la potrebbe riservare, anche solo la ripresa del prezzo di collocamento! Relativamente all’obbligazionario e alle politiche dei tassi delle banche centrali per contrastare l’inflazione è ormai argomento inflazionato, trito e ritrito, che non porta a nessuna sostanziale programmazione degli investimenti sull’asset dominante nei portafogli tipici, rendendo pertanto il pronostico un mero esercizio di letteratura econometrica obsoleta, in contrasto con le dinamiche schizofreniche dei mercati finanziari. Il semestre appena cominciato porta in grembo aspettative interessanti e al momento si naviga col vento in poppa: “fin che la barca va, lasciala andare”!
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