Riproponiamo la stessa vignetta che più di un mese fa metteva in guardia che la musica era cambiata, forse adesso più di allora ne abbiamo avute chiare conferme.
Continua il nervosismo sulle maggiori piazze internazionali che hanno iniziato male il 2022, per l’indice tecnologico americano (NASDAQ) è la peggiore performance registrata dal 2008 con un -13%, negativi anche l’indice Russell, il Dow & Jones, l’Sp500 e i maggiori indici europei.
A pesare sono le aspettative per le prossime mosse da parte della Federal Reserve, gli analisti economici si attendono almeno 3 rialzi dei tassi di interesse nel 2022 ed il primo potrebbe avvenire nel prossimo mese di marzo, di conseguenza gli investitori preferiscono alleggerire e spostarsi su temi meno rischiosi cercando di diminuire la pericolosità e la duration dei propri portafogli.
Nelle prime 3 settimane del nuovo anno si è assistito ad una svendita generalizzata degli asset che si erano particolarmente apprezzati nel 2021 e che mostravano multipli di crescita molto elevati e non più sostenibili, a favore di titoli con solidi fondamentali che erano stati trascurati, concentrandosi maggiormente sull’andamento degli utili societari, previsti dagli analisti in rialzo per i prossimi anni ma significativamente inferiori rispetto all’anno appena concluso.
Che qualcosa stesse cambiando l’avevamo già segnalato nell’articolo dello scorso 14 dicembre, con il quale si evidenziava la perdita di momentum dei mercati americani e di come potesse iniziare un nuovo periodo contrassegnato da vendite aggressive, volatilità in aumento che necessitavano di maggior prudenza e selettività nella scelta degli strumenti finanziari.
Per intenderci chi ha seguito la tecnica “buy the dip”, pensando che sempre aveva pagato nel corso del 2021, ha toppato in pieno, rischiando di lasciarci le penne, non avendo capito i rischi di questa fase di mercato che ha visto nelle ultime 15 sedute i maggiori indici americani registrare performance negative comprese tra il 10 e il 13%.
Il trend di fondo si sta piano piano deteriorando, su qualche indice con time frame settimanali siamo a ridosso delle medie mobili a 50 giorni e una loro violazione a ribasso sarebbe una conferma di quello già accaduto a livello daily.

Le notizie finora arrivate sembravano prive di quel carattere di straordinarietà, di sorpresa e di inaspettato che tanto infastidisce gli operatori professionali, ciò nonostante le vendite proseguono costanti e la stagione delle trimestrali oltreoceano non sta certo aiutando il già delicato scenario, solo nella giornata di giovedì scorso ci sono stati i crolli di Netflix -22%, Walt Disney -7% Spotify -6%, ogni vecchio supporto diventato resistenza sembra una motivazione sufficiente per liquidare posizioni e attendere che torni il sereno.
Ulteriori e pericolosi nuovi affondi da questi valori vanno monitorati con molta cautela perché i mercati sono imprevedibili e quando prendono una direzione trovarsi dalla parte opposta non è mai una sensazione piacevole.
Passando al nostro indice notiamo una positiva effervescenza contrassegnata da tante operazioni straordinarie in corso: l’interesse su Telecom da parte del Fondo Americano Kkr, quotazioni di nuove società, il tentativo (quasi raggiunto) di formare finalmente il tanto agognato terzo polo bancario con la fusione BPER e Banca Carige, dopo quella, per ora sfumata tra Unicredit e Montepaschi di Siena, sono tutti indizi che portano a pensare, più che a sperare, che anche a Piazza Affari il vento sia cambiato e che seppur lontani da paesi che sono molto avanti soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture, i servizi, i trasposti, la burocrazia, la strada intrapresa possa essere quella giusta.
Il pericolo principale come sempre accaduto in passato, è un nemico interno, rappresentato dalla “politica” e dai suoi rappresentanti, deboli e incapaci di decidere e incidere in maniera significativa.
Le imminenti elezioni per la presidenza della Repubblica potrebbero rimescolare le carte in tavola e portare del nervosismo e quella dose di incertezza che saremmo più che felici di evitare, provocando dannosi ed inutili ritardi nell’erogazione delle prime cospicue rate da parte dell’Europa per la realizzazione del PNNR nel caso ci fossero elezioni anticipate, timori espressi chiaramente anche dal recente rialzo dello Spread Btp-Bond, come si può notare dal grafico.
Le prossime settimane saranno cruciali per scoprire i nuovi sviluppi economici- politici e il nome del tredicesimo presidente della Repubblica Italiana, per ora la parola d’ordine resta la prudenza.
Biagio Spinelli
In questo frangente, parlando di certificati, ci si potrebbe concentrare sulle occasioni che il mercato potrebbe offrire, innanzitutto guardando quei titoli che limitano i danni in queste giornate e che potrebbero essere i primi ad apprezzarsi quando ritorna il sereno, per cui io preferisco di gran lunga al tech americano (cavalcato per tutti i primi 9 mesi del 2021) altri titoli da cercare tra:
- banche italiane/europee (Bper, Intesa, Bnp, Unicredit, Banco Bpm) codice Isin IT0006749326 il mio preferito
- compagnie aeree o viaggi codice Isin DE000VX4t8x2 il mio preferito
- energetici (Edf ed Enel) IT0006749458 il mio preferito
- titoli value cinesi (Alibaba e Tencent) DE000VX57252 il mio preferito
Unico titolo che mi sta deludendo: Roblox ed ho il rammarico di non averlo venduto subito sul rialzo iniziale avuto sulla notizia dell’acquisto di Activision Blizzard da parte di Microsoft.
Soddisfazioni invece dai due reverse su Moderna, Tesla, Facebook e Snap, che penso che abbiano comprato solo i miei abbonati e che probabilmente saranno tra le poche autocall che vedremo nei prossimi mesi (su titoli di oltre oceano), a parte forse qualche certificato su titoli legati ai Microchip (Nvidia, Micron, Amd…) unico settore del tech in cui credo ancora e che sta tenendo i prezzi (ho comprato questo DE000VX2XN56 e seguo quello sopra citato che ha anche i due colossi cinesi all’interno del paniere).
Così come molta gente ha sbagliato comprando sulla debolezza pensando che fosse una occasione d’acquisto, allo stesso modo molte persone non hanno comprato (anche i miei stessi abbonati) i due certificati reverse, memori delle batoste che hanno sempre preso in passato questo tipo di certificati a dir poco massacrati dai rialzi repentini dei sottostanti americani: questa è la dura legge della borsa, si ha la memoria corta e tutte le volte ci si fa cogliere impreparati a questi ribassi, o peggio ancora, per chi ha cominciato col Covid19, proprio mai avevano visto niente del genere e qui è facile assistere ai danni peggiori.
Ad inizio anno sono arrivati nuovi abbonati al nostro servizio certificati, guarda caso proprio di persone che non hanno saputo gestire certe tipologie di sottostanti e/o non hanno la forza di vendere in perdita: quest’anno credo che il più bravo sarà chi saprà contenere le perdite e saprà operare a vista con le inevitabili occasioni che si possono creare con la volatilità in aumento.
Giovanni Borsi
Nell’ultima email magari avete letto solo l’articolo sul petrolio di Angelo Ciavarella, per cui vi evidenzio un mio articolo con la spiegazione sui costi delle strutture ONE STAR e MULTICHANCE che trovate a questo link
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