Coefficiente di correlazione azioni/obbligazioni
Piazza Affari prosegue il recupero e bissa la performance della settimana scorsa con un +1,52% permettendo al MIB40 di mantenersi sopra un’area operativa orientata positivamente verso i massimi. Il mese di Agosto non ha sortito scivoloni preoccupanti nonostante l’ipotizzata diminuzione di liquidità che avrebbe potuto sconquassare le ferie degli investitori (ormai il click è un tic a qualsiasi latitudine, non si ferma mai). Statisticamente e stagionalmente il peggio potrebbe manifestarsi in settembre, il mese foriero di “cadute finanziarie” che spesso si protraggono e accentuano in ottobre, ma dato che la statistica è probabilità e come tale non è certezza, la si mette in conto e si accompagna ad un approccio adeguato al proprio profilo di rischio. Non va dimenticato che finora il 2023 è stato l’anno più imprevedibile e proficuo per gli investimenti azionari, mentre non è ancora chiaro se i “porti sicuri” rappresentati dagli obbligazionari siano appoggiati su un bottom di straordinaria occasione rischio/rendimento oppure sia ancora prematuro.
Questa relazione di forza/debolezza è comunque il risultato di un coefficiente che va contestualizzato, sia perchè i valori azionari sono nella fascia di massimi assoluti, e gli obbligazionari nella fascia di minimi assoluti, quantomeno degli ultimi 15/20 anni, sia perchè l’economia reale ha vissuto un recente picco inflattivo per eccesso di liquidità immessa post pandemia. Pertanto, il coefficiente in passato non aveva l’incidenza così determinante dell’inflazione, che oggi è all’opposto una variabile fondamentale e imprescindibile per adottare un confronto coerente e relazionabile, diversamente sarebbe come paragonare le mele con le pere. L’esercizio risulta concretamente ostico perchè quasi tutte le variabili non si sono mai presentate con queste accentuazioni, brevi nel tempo e incisive negli effetti, basti pensare alla velocità e all’entità sia degli aumenti dei tassi da parte delle banche centrali che dei rialzi degli indici azionari, con particolare enfasi rialzista delle sole “Big 7”.
In conclusione, il coefficiente di correlazione azionari/obbligazionari non solo è espressione sintetica di un valore di riferimento lineare, bensì un termometro che indica quanto più o meno è vicino alla normalità oppure sbilanciato verso un eccesso favorevole all’investimento obbligazionario o un eccesso favorevole all’investimento azionario. Sicchè, può diventare utile ponderare il rischio del proprio portafoglio in funzione del coefficiente stesso che in questo momento suggerisce di sovrappesare l’obbligazionario e sottopesare l’azionario, ovviamente in ottica di medio periodo e rapporto rischio/rendimento prudenziale.
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