Aspettando le banche centrali
Si conclude il mese di aprile con un sostanziale pareggio, annullato il progresso potenziale dall’ultima settimana che ha segnato -2,4% (di cui circa la metà in dividendi) ma mantenendo un’ottima performance da inizio anno (+15%). A conti fatti, il MIB40 avrebbe toccato nuovi massimi di lungo periodo, nonostante la componente significativa rappresentata dal comparto bancario/finanziario abbia accusato il colpo più di altri. Di contro ha attutito questa defaillance il comparto energetico con Enel in primis che supera i 6 euro e archivia il +4,5% come miglior titolo della settimana.
Guardando oltreoceano alle trimestrali, il panorama è tutt’altro che recessivo, ha più l’idea di soft landing, in concreto è più diffuso il pessimismo teorico che quello reale e le borse dimostrano come alla fin fine tendano ad implementare i long sugli storni per tornare a salire. Arrivando con questa verve all’appuntamento delle banche centrali in programma per la settimana prossima, gli indici europei ed americani potrebbero azzardare la rottura delle resistenze e invertire il trend ribassista in corso da oltre un anno. Il che sarebbe alquanto inatteso o perlomeno non rispecchierebbe quanto fin qui ipotizzato in un contesto di recessione indotta attraverso la politica di tassi al rialzo, adottata dalle banche centrali per contrastare l’inflazione.
Ma, sorpresa delle sorprese, non sta succedendo proprio quanto atteso e sperato, pertanto viene da chiedersi se i “conducenti” stiano gestendo efficientemente la situazione o in qualche modo ci stiano mettendo una pezza. L’obbligazionario è arrivato ad un punto cruciale, ulteriori aumenti dei rendimenti o inversione della curva al ribasso?
Lo scopriremo a brevissimo e probabilmente darà una visione più chiara e prospettica di come approcceranno gli investitori, in particolare le mani forti, che finora sono state spiazzate di frequente, zigzagando in balia di statistiche anacronistiche, reminiscenti da libri di econometria obsoleti. Non può passare inosservata la chiamata speculativa fatta in settimana da Goldman Sachs che ha previsto uno spread a 235 e un invito per nulla velato di andare corti di BTP e lunghi di Bonos, quindi sapevatelo!
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