Alta la guardia per non fare la fine del tacchino
Piazza Affari archivia una settimana di poco sotto la parità a -0,25% nei pressi dei minimi del mese di ottobre che sta per finire, contabilizzando una discreta negatività pari a -3,38% con il MIB40 intorno ai 27.250. Stanno per ultimarsi gli annunci delle trimestrali in agenda, molte positive, ma sono le prospettive future che cominciano a mettere in discussione le attuali quotazioni delle società quotate in borsa e destabilizzare le convinzioni rocciose di un trend finora vigoroso e per taluni incontrovertibile. Anche Napoleone fu sconfitto a Waterloo, quando meno se lo aspettò, si sentiva invincibile fino a quel momento, ma bastò il fatale errore di una mappa sbagliata per la peggior sorte, alquanto improvvisa ed inattesa. Fortunatamente, due secoli dopo, la situazione di sconfitta è possibile, anzi meglio, doverosa di essere evitata nell’ambito degli investimenti con vantaggi strumentali strategici ed informazioni puntuali tali che solo degli sprovveduti possono ignorare tanto da cadere in disgrazia. Quindi è facile dedurre delle due l’una: o si perde sul mercato la sfida degli investimenti per presunzione ed autoconvinzione (il mercato si sta sbagliando) o perchè non si rispettano le regole fondamentali della gestione del rischio quando si allocano i propri capitali.
Quando si dice che il mercato ha sempre ragione, non è un modo di dire o di giustificare le perdite per non rendersi responsabili delle proprie mosse sbagliate, bensì l’esatto contrario: deve essere un monito da cogliere quanto prima per riflettere sul motivo che ha indotto in errore ed avere sempre un piano B alternativo, e non crogiolarsi nelle proprie convinzioni e giustificazioni. Il prossimo mese di novembre è segnato dal tradizionale giorno del Ringraziamento, precisamente giovedì 23, e la tipica leggenda ricordata a Wall Street in questa occasione è la “fine del tacchino”.
E’ una metafora che calza con quanto esposto poc’anzi ed è meritevole di menzione. Bertrand Russell, l’ideatore, paragonava l’investitore al tacchino, felice e spensierato di aver trovato il posto giusto dove vivere, coccolato dal mercato in bonaccia (allevatore amorevole) tanto da perdere il senso della misura e convincersi di essere nel paese dei balocchi (mangiare e bere nell’allevamento). Finchè un bel giorno, zac, inaspettatamente, sul più bello, finisce l’incanto e quello che sembrava un mondo perfetto, privo di rischi, fondato su certezze e convinzioni, d’un tratto evapora. A nessuno è dato di sapere il futuro dei mercati finanziari e degli investimenti in genere, ma non per questo bisogna lasciarsi abbindolare dalle false apparenze benevole, perchè farsi cogliere impreparati è da irresponsabili e non è accettabile giustificarsi di essere stati beffati dal caso. Se il 2023 sta per concludersi con un buon risultato, gioco facile per i cassettisti post pandemia, il 2024 ha alte probabilità di procurare grattacapi da far rimpiangere questi bei tempi, godiamoceli allentando l’avidità.
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